Riflessione del giorno

mercoledì 9 ottobre ’19

By Patronato S. Vincenzo

October 09, 2019

 

Proverbio del Giorno

Denaro ed amicizia corrompono la giustizia. (Italia)

 

Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera di R. Tagore)

Quale divina bevanda vorresti, mio Dio, da questa coppa straripante della mia vita? Mio poeta, la tua gloria è vedere la tua creazione attraverso i miei occhi e ascoltare attraverso i miei orecchi la tua stessa eterna armonia? Il tuo mondo tesse parole nella mia mente, e la tua gioia le mette in musica. Ti sei dato a me con amore e senti in me tutta la tua dolcezza.

 

Giovanni Leonardi

Nato a Diecimo (Lucca) nel 1541, a 26 anni fa il farmacista. Quando la città è colpita da grave crisi decide di diventare prete nel 1572. Ama l’insegnamento e nel 1574 fonda i «Chierici regolari della madre di Dio». Ma a Lucca non lo amano più e nel 1584 mentre si trova a Roma, viene bandito dalla città per disturbo dell’ordine pubblico e mancanza di rispetto all’autorità costituita. Ma a Roma cresce il suo prestigio e Clemente VIII lo incarica di riordinare le congregazioni religiose e riformare monasteri. Muore a Roma nel 1609 ed è proclamato santo nel 1938.

 

Ascoltiamo la Parola di Dio Luca 11,1-4.

Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione».

 

Riflessione Per Il Giorno (I Padri del deserto)

Disse un giorno padre Daniele ai monaci: «Padre Arsenio ci raccontò questa storia come accaduta a un altro, ma forse era lui stesso. Un anziano seduto nella sua cella udì una voce: “Vieni e ti mostrerò le opere degli uomini”. Lo condusse allora in un luogo e gli mostrò un etiope che tagliava legna e ne faceva una grande catasta. Tentava poi di portarla, ma non vi riusciva. Invece di toglierne una parte, ricominciava a tagliare legna e ad aggiungerla al mucchio. Così fece a lungo. Un po’ più avanti gli mostrò un uomo che attingeva acqua da un pozzo per versarla in un recipiente forato che riversava la stessa acqua nel pozzo. Gli disse ancora: “Vieni, ti mostrerò un’altra cosa. E vide un tempio e due uomini a cavallo che portavano un palo trasversalmente, l’uno di fronte all’altro. Avrebbero voluto entrare per la porta, ma non potevano perché il legno era trasversale e nessuno dei due si umiliava a mettersi dietro all’altro per portare il palo diritto, per questo rimanevano fuori dalla porta. “Ecco –disse- portano con superbia quella specie di giogo che è la giustizia e rifiutano l’umiliazione di correggersi per percorrere la via umile di Cristo; per questo rimangono fuori del regno di Dio. Colui che taglia la legna è un uomo immerso nei peccati, il quale, invece di convertirsi, vi accumula sopra nuove iniquità. Colui che attinge l’acqua è un uomo che compie buone azioni ma, poiché sono commiste a malvagità, vanno perdute. Bisogna vigilare sulle nostre azioni, per non faticare invano».

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per le vittime dei disastri ambientali dovuti sia a cause naturali che agli errori dell’uomo

 

Don’t forget!

Giornata mondiale della POSTA e delle VITTIME dei DISASTRI AMBIENTALI

 

BEATO ALBERTO MARVELLI

Alberto Marvelli nacque a Ferrara il 21-3-1918, ma visse a Rimini dove la famiglia, di formazione cattolica, vi si era trasferita nel 1930. Fin dall’adolescenza ebbe desiderio della santità, non solo come bisogno dell’anima, ma anche per cooperare alla salvezza del prossimo. Alla formazione familiare, si aggiunse quella dell’Oratorio Salesiano e dell’Azione Cattolica.  Si laureò nel 1941 in ingegneria a Bologna e lavorò per alcuni mesi alla FIAT di Torino, ma fu presto chiamato a prestare il servizio militare a Trieste e a Treviso; congedato nel settembre 1944, ritornò a Rimini si dedicò alla ricostruzione morale e materiale della città ed ebbe vari incarichi, come direttore dell’Ufficio Alloggi, Assessore Comunale, ingegnere del Genio Civile, membro della direzione cittadina della Democrazia Cristiana; tutto ciò gli diede una visibilità pubblica. 

 

In campo diocesano, nel 1945 entrò nella Società Operai del Getsemani, di cui fondò a Rimini un reparto e fu Presidente dei Laureati Cattolici. Le eccezionali doti che possedeva esercitavano fascino su tutti, di qualunque idea politica o sociale fossero. Ed è con sorpresa che si constata come con la sua giovane età e alla luce del breve periodo della sua esistenza, abbia potuto svolgere un’attività così vasta e intensa in svariati campi.  Nell’apostolato profuse il suo carisma, tramite i contatti personali, i discorsi, le lezioni, le conferenze; animò iniziative di carità e assistenza sociale; fu membro delle Conferenze S. Vincenzo con predilezione verso poveri e abbandonati. Istituì anche la ‘Messa del povero’ di domenica, a cui seguiva un pranzo che serviva lui stesso. Si dedicò all’attività politica ispirata ai principi cristiani, riscuotendo rispetto e stima dagli stessi avversari. Il 5 ottobre 1946, mentre si recava a tenere un comizio, fu investito da un autoveicolo, morendo poche ore dopo a 28 anni, fra il compianto generale. La figura di Alberto Marvelli si staglia come un autentico precursore del Concilio Vaticano II, riguardo il ruolo nella Chiesa e nella società, dell’apostolato dei laici. Papa Giovanni Paolo nel 1982, lo additò alle migliaia di giovani convenuti a Rimini per il “Meeting dell’amicizia”, come modello da seguire per la gioventù cattolica. E’ stato beatificato da Papa Giovanni II il 5 settembre 2004 a Loreto.

 

 

nell’immagine un dipinto di Faith Ringgold