Di recente è morto un anziano che da parroco visitavo ogni mese per la Comunione e che in tanti anni non avevo mai sentito esprimere giudizi negativi di nessun genere su nessuna persona.
Un giorno un po’ ironicamente mi ero azzardato a chiedergli se per lui non esistessero i cattivi e lui mi disse una cosa che non ho più dimenticato. “Da giovane vedendo che nel mondo trionfavano l’ingiustizia e la malvagità, mi indignavo e mi davo da fare per cambiare le cose.
Ma più mi impegnavo, più mi frustravo, finché ho capito che il negativo che vedevo e mi faceva star male, era anche il riflesso della mia rabbia e delle delusioni che covavo in me.
Poi ho letto che i padri del deserto a chi si scandalizza dei peccati altrui dicono: “Bada piuttosto a te stesso per non peccare” e che il profeta Isaia definisce il giusto come colui che “chiude gli occhi per non vedere il male”.
Così che dopo aver consumato la vista degli occhi per scoprire il male, ho aguzzato la vista del cuore per vedere il bene, perché se Dio è in cielo, in terra e in ognuno, il bene deve per forza essere dappertutto.
E finalmente ho capito che il male lo si nota subito, perché è il bene a dominare, come si nota la macchia nera che spicca sul foglio bianco.
Ora che di tempo me ne rimane poco, non lo spreco più ad arrabbiarmi, ma cerco di viverlo in pace con Dio, con me stesso e con tutti”.
don Davide Rota