Riflessione del giorno

lunedì 21 settembre ’15

By Patronato S. Vincenzo

September 20, 2015

 

 

Preghiera del giorno (Inno del salterio)

Immersi nel grande mistero che anima tutto il creato cantiamo nel nuovo mattino l’eterno splendore del Padre.  La luce che già trasfigura la notte e il silenzio del mondo risvegli fra noi la speranza del sole immortale del regno.  Il giorno riveste le cose e svela la vita che nasce sigillo d’eterna vittoria nel Cristo risorto da morte.  Al Padre sorgente di luce al Figlio che è luce da luce sia lode e allo Spirito Santo  che accende di luce la vita.

San Matteo

chiamato anche Levi, viveva a Cafarnao ed era pubblicano, cioè esattore delle tasse. Seguì Gesù, liberandosi dei beni terreni. Scrisse il suo vangelo, rivolto agli Ebrei, per supplire alla sua assenza quando si recò presso le genti. Probabilmente la sua morte fu naturale, anche se alcune fonti lo vogliono martire di Etiopia

La Parola di Dio del giorno Matteo 9,9-13

Gesù passando, vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Egli si alzò e lo seguì.  Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli.  Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».  Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.  Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Riflessione Per Il Giorno (Mattutino di Mons. Ravasi)

I suoi discepoli avevano definito i suoi discorsi e i suoi scritti «perle di saggezza». Il maestro non si dimostrò entusiasta di questa definizione. Gliene chiesero la ragione. «Avete mai visto perle che crescono se sono seminate in un campo?», fu la replica. Nel passato, per scritti o discorsi di maestri si usava l’espressione «perle di saggezza». È quello che fanno nei confronti del loro maestro i discepoli di questo apologo orientale. La replica è, però, illuminante. Troppe parole e azioni hanno, infatti, la funzione di abbellire coloro che le pronunciano o compiono. Sono collane di perle che, certo, brillano ma rendono solo più appariscenti, non più veri. Anche per questo, Cristo preferisce ricorrere a immagini vive come quella del seme di grano (o senapa) che, «caduto in terra, muore e produce molto frutto» (Gv 12,24). Bisogna dire e fare cose belle ma anche buone, affascinanti ma feconde, luminose ma calorose. Un’altra parabola orientale. Un ascoltatore rimase attratto dal flusso mirabile delle frasi di un maestro dall’eloquio incantevole e non fu toccato nel cuore. Allora il maestro spiegò: «Devi fare come se si trattasse di un albero autunnale: scuoti l’albero del discorso, fa’ cadere a terra tutte le foglie delle parole; quello che rimarrà è il frutto che nutrirà la tua anima».

Intenzione del giorno

Preghiamo perché nel mondo cresca la pace e si fomenti l’amicizia tra i singoli e i popoli