24-06-2015: È morto oggi a Milano padre Silvano Fausti, 75 anni, gesuita e biblista. Gesuita e biblista, per 15 anni fu il confessore del card. Carlo Maria Martini. Nato nel 1940, dopo l’ordinazione sacerdotale si era laureato in Filosofia e Teologia, con un dottorato sulla fenomenologia del linguaggio presso l’università di Münster in Germania, ed era stato docente di teologia. Pur lavorando part-time in vari continenti, aveva scelto di vivere in una cascina alla periferia di Milano (Villapizzone), con una comunità di gesuiti dediti al servizio della Parola e inserita in una comunità più ampia di famiglie aperte ai problemi dell’emarginazione. La sua ricerca ha sempre coniugato esperienza di vita e riflessione, esposizione precisa e linguaggio semplice, in un costante dialogo a tutto campo tra modernità e tradizione. Ha scritto: «È la croce di Gesù – distanza che lui ha posto tra sé e le nostre idee su Dio – che lo rivela Dio. Con buona pace di tutti, bisogna dire non: “Gesù è Dio”, bensì: “Dio è Gesù”. Il soggetto infatti è l’incognito di cui è noto il predicato. Ma Dio nessun teologo l’ha mai visto: è il “soggetto” del quale tutto parla, ma solo per analogia. Il suo “predicato” proprio e totale è Gesù
13-07-2015: E’ morto all’età di 102 anni Arturo Paoli, sacerdote nato a Lucca nel 1912. Era stato nominato “Giusto tra le nazioni”, per avere salvato la vita a molti ebrei perseguitati dal nazisti, rischiando la propria. Ordinato a Lucca, nel 1949 divenne vice-assistente nazionale della Gioventù cattolica e si trasferì a Roma. Nel 1954, a causa di divergenze con la gerarchia, venne allontanato e si recò in Argentina, dove incontrò un religioso dei Piccoli fratelli di Charles de Foucauld e decise di entrare nella congregazione. Dopo il noviziato nel deserto di Algeria, venne inviato in Sardegna, tra i minatori, per fondare una Fraternità. Ma non era ben visto da una parte delle autorità vaticane e gli venne suggerito di lasciare l’Italia. Nel 1960, lasciò l’Italia in modo pressoché definitivo, per farvi ritorno stabilmente soltanto nel 2005. La prima tappa della sua vita in America Latina è l’Argentina coi boscaioli. Incontrò la povertà, le disuguaglianze sociali e le privazioni umane e questi diventarono i temi della sua predicazione. Finì nell’elenco dei condannati a morte dal regime. Si salvò in Venezuela, e non fece più ritorno in Argentina. Partecipò ai movimenti nati dalla Teologia della liberazione. Nel 1985 dal Venezuela si trasferì in Brasile. Divenne animatore di progetti sociali e di promozione umana. Nel 2006 il ritorno a Lucca, presso la chiesa di San Martino in Vignale, dove proseguì la sua missione di testimonianza e predicazione.