Prestare soldi senza offendere, ma anche senza farsi imbrogliare è molto difficile: in questo mestiere riescono bene le banche, soprattutto perché loro i soldi li prestano di preferenza a chi ne ha tanti… Non capita così ai comuni mortali.
Da chi ti supplica di fargli credito e glielo concedi, a volte (non sempre, grazie a Dio) otterrai due risultati sicuri: non vedrai più il becco di un quattrino e ti sarai fatto un nemico.
Per questo ai miei dubbi di prete alle prime armi il mio parroco rispose: “Se qualcuno ti chiede un prestito, non mandarlo via a mani vuote e regalagli parte della somma richiesta, secondo le tue possibilità. Forse non diventerà tuo amico, ma almeno non parlerà male di te”. “E come si fa con gli imbroglioni?” chiesi. “I disonesti sanno fare la scena e mettono fretta per evitare ripensamenti.
Se prendi tempo, non si faranno più vedere e tu avrai la possibilità di capire”. Poi soggiunse: “Presta invece alla povera gente della tua comunità: non ti chiederà più di quanto tu possa dare e sta’ certo che ti restituirà tutto”.
In proposito un padre del deserto ha scritto: «Se uno è costretto dall’indigenza a prendere a prestito, quando restituisce il denaro lo fa di nascosto perché si vergogna. Dio invece fa il contrario: il prestito lo fa di nascosto, ma la restituzione avviene di fronte agli angeli».
– don Davide Rota