“Sei sicuro? Ci hai pensato bene?”. “Sono sicuro” risponde. Dopo 5 anni ha maturato la decisione di far ritorno in Africa: vista la sua determinazione, lo si è aiutato a mettere via qualcosa e a prendere il biglietto; a giorni farà il tampone e partirà. Si è cercato di capire il perché di una decisione più unica che rara tra gli africani, ma lui taceva, finché ha sussurrato: “I’m too sad here” (qui sono troppo triste) e poi ha taciuto di nuovo come se avesse detto tutto quel che c’era da dire. Ma bastava guardarlo per capire che la causa di tutto era proprio la tristezza, malattia rara tra i neri. Era diventato grosso, abulico e trascurato; lui che ci teneva al look e la cui esuberanza aveva spesso sfiorato l’illecito, ora passava i giorni prostrato in panchina. Quando però si è costruito con lui il percorso di uscita, è riuscito a chiarire a se stesso il perché della decisione e a non subirla come una sconfitta. Poi si è confidato: “E’ strano: ho sfidato il Sahara, ho sopportato le vessazioni dei libici, ho osato la traversata sui barconi, non ho ceduto ai dinieghi perché volevo restare in questo mondo che offre tante chances. Ma quando ho cominciato a provare tristezza, mi sono spaventato: in Africa manca tutto, ma ero sereno”. Aveva capito che a volte bisogna percorrere migliaia di Km e affrontare sfide tremende per tornare all’inizio, in quell’unico punto della vita dove tutto ciò che comincia, non finisce più.
– don Davide –