Settimana Santa – Sabato Santo
Preghiera del Giorno
Ti preghiamo Signore in questa notte di grazia di accogliere il sacrificio di lode, che la Chiesa ti offre e di illuminare l’oscurità di questa notte, affinché risplenda della luce che mai si spegne. Salga a te la nostra preghiera come profumo soave e la luce della nostra fede si confonda con quella delle stelle del cielo. La trovi accesa la stella del mattino, questa stella che non conosce tramonto e che è Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti, fa risplendere sugli uomini la sua luce serena e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Ascoltiamo La Parola di Dio
(Fino a sette letture dell’A. T. e poi Romani 6,3-11 e Matteo 28,1-10)
Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto». Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Riflessione per il giorno – don Davide Rota
Die Grosse Stille (Il grande silenzio) era il titolo di un film del 2005 che raccontava la vita quotidiana dei monaci del monastero della Grande Chartreuse presso Grenoble sulle Alpi francesi e che nel film non parlano mai fra loro, se non durante le preghiere e i riti religiosi. Nella colonna sonora infatti non sono presenti musiche, né commenti, né altri suoni oltre a quelli prodotti dai gesti quotidiani. Ebbene proprio il silenzio ha caratterizzato l’esperienza di chi è rimasto isolato in una stanza per settimane in attesa che il contagio finisse una volta uscito dall’ospedale, così come sono apparse silenziose, vuote e immobili le nostre città, grandi metropoli incluse in seguito ai provvedimenti rigorosi delle autorità.
Improvvisamente ci siamo accorti che, immersi nel dinamismo e nei rumori della vita moderna, per noi il silenzio è diventato sinonimo di vuoto, assenza, straniamento. Infatti a differenza del mondo naturale che è silenzioso (basta una camminata in montagna per rendersene conto) il mondo artificiale da noi creato è chiassoso, convulso, inquieto fino all’esasperazione e la cultura del silenzio inculcata per secoli dai cristiani (in chiese, sagrestie, monasteri, conventi…domina l’invito al “silentium!”) è stata spazzata via dalla smania di comunicare che i media hanno esasperato a livelli insopportabili. Il sabato santo è il giorno del grande silenzio: quello della sepoltura di Gesù che viene rotto solo a tarda sera dal suono delle campane della risurrezione; quello della preghiera davanti ai sepolcri che si allestiscono nelle chiese; quello che favorisce la riflessione personale sugli eventi della nostra fede; quello in cui è possibile cogliere e ascoltare la Parola di Dio. Ma è anche il giorno del silenzio in cui ha bisogno di essere rielaborato il dramma che stiamo vivendo; il silenzio di chi non lascia spazio all’ angoscia e alla rabbia, perché sa che “è bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore” (Lam 3,26)
Se una delle opportunità che la tragedia del coronavirus ci lascia è quella di tornare a scoprire e a coltivare il silenzio interiore (e perché no? anche quello esteriore) forse non tutto è da buttar via…
Intenzione del giorno
Preghiamo perché la misericordia divina trionfi sempre nel mondo
Don’t forget!
Zeno (Zenone) di Verona Vescovo Proveniente dall’Africa dal 362 alla morte fu vescovo di Verona dove fondò la prima chiesa.
nell’immagine un particolare del dipinto di Hans Holbein il Giovane raffigurante il Cristo morto