Riflessione del giorno

Sabato 10 maggio 2025

By Patronato S. Vincenzo

May 09, 2025

 

Ottava di Pasqua

 

Avvenne il 10 maggio…

1837 – Le banche di New York falliscono e la disoccupazione raggiunge livelli record. L’episodio passa alla storia con il nome di panico del 1837.

1877 – La Romania si dichiara indipendente dalla Turchia. Il riconoscimento avverrà il 26-3-1881, dopo la fine della guerra d’indipendenza rumena.

1940 – La Germania nazista invade Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo.

1994 – Nelson Mandela viene eletto presidente del Sudafrica

2006 – Giorgio Napolitano eletto presidente della Repubblica Italiana

 

Aforisma dal Vangelo

“Rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

 

Preghiera Colletta

O Dio, che nel fonte battesimale hai rinnovato coloro che credono in te, custodisci tutti i rinati in Cristo perché, vinto ogni assalto del male, conservino fedelmente la grazia della tua benedizione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di dio del giorno Giovanni 6,60-69

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita.

Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».

Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

 

Riflessione di don Arturo Bellini

«Perché siete in questa Casa. Per essere educati…L’educazione sta nell’aiutare il fanciullo e il giovane a fare sviluppare in modo equilibrato la forza naturale e la forza spirituale: nel mangiare, nel lavoro; nel dominio delle forze animalesche». Don Bepo Vavassori (6/11/1966) L’arte di educare, in un contesto sociale fluido, sfuggente e volatile privo di coordinate di riferimento, è oggi più ardua. L’arte di educare mente, cuore e mani, ossia conoscenza, sentimenti e azioni è chiamata a misurarsi con sfide inedite.

La missione dell’educatore è sempre la stessa: accompagnare il cammino di ragazzi adolescenti e giovani a sviluppare un senso di responsabilità verso gli altri e verso il mondo; promuovere il pensiero critico e la capacità di analisi; incoraggiare a riflettere sulle proprie azioni e le loro conseguenze; aiutare a sviluppare competenze pratiche.

In un diverso il contesto, l’educazione resta processo che mira alla formazione completa che abbraccia corpo e anima, mente e cuore, sentimenti e volontà, verità e bontà. Come indica l’etimologia, “educare” significa “condurre fuori”, “esprimere”, “portare alla luce” l’immagine di Dio in noi, quella che ciascuno custodisce nel profondo del proprio sé e che è chiamato a manifestare in pienezza. Ma questo “portare alla luce accade solo uscendo dl bozzolo del proprio “io” e ed entrando in dialogo con l’altro, gli altri e con l’Altro che è Dio.

Caterina Cittadini e tante altre Congregazioni religiose maschili e femminili dell’Ottocento hanno spesso la vita per educare. Lei stessa con la sorella Giuditta è stata accolta orfana al Conventino da don Giuseppe Brena. Nella scia di don Bosco, il Fondatore del Patronato è stato un grande educatore, consapevole che «l’uomo lasciato a sé stesso si sviluppa come le piante della giungla». Cioè l’assenza di un ambiente stimolante e di una guida autorevole porta a una crescita disordinata e dannosa.

L’analogia con le piante della giungla evidenzia che una crescita selvaggia, senza regole e senza direzione è di ostacolo alla piena realizzazione della vocazione, un cammino che dura tutta la vita. La beata Caterina, il servo di Dio don Bepo Vavassori e i educatori ci ricordano che radicarsi in Cristo è la via maestra per lasciare alla Sua mano di ricomporre il puzzle della vita.

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo per il nuovo Papa Leone XIV affinché lo Spirito Santo lo guidi, il Signore Gesù gli ponga nel cuore e sulle labbra la sua Parola e Dio Padre lo faccia segno della sua Paternità universale.

 

Don’t forget! Foto della Settimana

Edizione straordinaria dell’Osservatore Romano per l’elezione del nuovo Papa

Il cardinale ROBERT FRANCIS PREVOST che ha scelto il nome di LEONE XIV