nel video il brano musicale di Roberto Cacciapaglia – Seconda navigazione
Proverbio del Giorno (Dal Libro dei Proverbi)
Come l’aceto ai denti e il fumo agli occhi così è il pigro per chi gli affida una missione.
Iniziamo la Giornata Pregando
Donaci la tua luce, Signore, affinché possiamo vedere le nostre colpe nascoste e concedici la forza del tuo Spirito, affinché possiamo camminare senza sosta sulla via della conversione. Crea in noi, Signore, il silenzio per ascoltare la tua voce, penetra nei nostri cuori con la spada della tua Parola, perché alla luce della tua sapienza, possiamo valutare le cose terrene ed eterne e diventare liberi e poveri per il tuo regno, testimoniando al mondo che sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Amen
Simplicio
Nato a Tivoli, fu papa quando Odoacre nel 476 depose l’ultimo imperatore Romolo Augustolo. Contemporaneamente la Chiesa d’Oriente era travagliata dalle conseguenze dell’eresia monofisita, che sosteneva che in Cristo ci fosse solo la natura divina. Si hanno poche informazioni su di lui: prese netta posizione contro l’eresia anche nei confronti dell’imperatore d’Oriente Zenone, stabilì turni di presbiteri nelle principali basiliche cimiteriali restaurò e dedicò chiese a Roma.
Parola di Dio del giorno (Luca 18,9-14)
Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».
Riflessione del giorno (Hans Urs von Balthasar)
«L’uomo è per natura l’unica creatura che termina la vita senza avere, in senso terreno, completato e perfezionato le cose, e questa sua interruzione getta su tutto il suo esserci un’apparenza di inutilità». Questa frase di Hans Urs von Balthasar configura una vera «teologia della finitezza» con “le quattro realtà ultime”, come solitamente vengono chiamate “MORTE, GIUDIZIO, PARADISO E INFERNO” che non possono costituire solo l’epilogo dell’esistenza umana, ma ne costituiscono invece una sorta di ricapitolazione, di reinterpretazione. Sono cioè la luce che viene gettata sulla vita per rivelare quello che è stata e quello che è. «La loro verità è misura; guardando ad esse, la vita si regola giustamente». Infatti –dice sempre Balthasar- è proprio e solo «Dio la realtà ultima della creatura. In quanto conquistato, Dio è cielo. In quanto perduto, Dio è inferno. In quanto ci esamina, Dio è giudizio. In quanto ci purifica, Dio è purgatorio. Lo è però così com’è rivolto al mondo, cioè nel suo Figlio Gesù Cristo, che è l’aspetto rivelato di Dio e quindi il compendio delle ultime cose».
Intenzione del giorno
Preghiamo perché la nostra fede in Dio ci aiuti a combattere tristezza e scoraggiamento
4°) FOTO DELLA SETTIMANA
MIGRANTI ERITREI NELLA STIVA DI UNA BARCA DI LEGNO CHE TRASPORTAVA CIRCA 540 TRA UOMINI, DONNE E BIMBI
Foto di MATHIEU WILLCOCKS
Mathieu Willcocks è nato a Parigi nel 1988 ed è cresciuto a Hong Kong. Laureatosi, si è trasferito in Myanmar dove ha documentato le conseguenze del recente sviluppo del paese. Dall’estate 2016 ha lavorato a bordo di una nave di soccorso MOAS (Migrant Offshore Aid Station) nel Mediterraneo. Ha fotografato e continua a documentare la situazione dei migranti che tentano di passare dalla Libia all’Italia; il progetto è ancora in corso.