Riflessione del giorno

Sabato 11 gennaio 2025

By Patronato S. Vincenzo

January 11, 2025

 

Tempo di Natale

 

Avvenne l’11 gennaio…

1055 – Teodora viene incoronata imperatrice di Bisanzio

1571 – La nobiltà austriaca ottiene la libertà di religione.

1846 – Inaugurazione del ponte ferroviario di collegamento fra Venezia e la terraferma.

1922 – Primo utilizzo dell’insulina per trattare il diabete in un paziente umano

1972 – Il Pakistan orientale si rende indipendente con il nome di Bangladesh

2002 – USA: carcere a Guantánamo (Cuba) per i terroristi accusati dell’attentato alle torri gemelle

 

Aforisma di Gandhi

“Per una scodella d’acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua.

Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male.”

 

Preghiera

Dio onnipotente, manifesta anche a noi il mistero della nascita del Salvatore, rivelato ai Magi dalla luce della stella, e cresca sempre più nel nostro spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Giovanni1,35-42

Un giorno, mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!».

E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro».

Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare.

 

Riflessione frammenti di vita

Colui che noi abbiamo sfuggito, ci ha seguito. Colui che avevamo perso, si è riunito a noi! / Ci ha raggiunti nel grembo della nostra miseria e si è umiliato nelle nostre mani. / Abita nel vino dei calici e nel pane bianco degli altari. / Tu, o Chiesa, lo stendi sulle nostre labbra affamate. / Tu lo sprofondi nel cuore della nostra solitudine, per dischiuderla come una porta disserrata.

«Ci ha raggiunti nel grembo della nostra miseria»: canta, così, in uno dei suoi Inni alla Chiesa Gertrud von Le Fort (1876-1971), la scrittrice tedesca protestante convertitasi a Roma al cattolicesimo. In queste parole si celebra il mistero dell’Incarnazione che è nel cuore del Vangelo di Giovanni: «Il Verbo si è fatto carne e pose la sua tenda in mezzo a noi» (1, 14).

Anzi, la poetessa vede la continuazione vivente dell’Incarnazione nell’Eucaristia: «Abita nel vino dei calici e nel pane bianco degli altari». E ancora: l’Incarnazione continua nella Chiesa, il corpo mistico di Cristo, che rende presente nel tempo e nello spazio l’opera di salvezza del suo Signore. È suggestiva l’immagine finale nella quale si raffigura Cristo mentre «sprofonda nel cuore della nostra solitudine».

L’umanità, pur immersa nelle cose e nelle distrazioni, sente affiorare nell’anima un senso di solitudine, insoddisfazione e inquietudine. Ecco, allora, quel viandante misterioso che s’accosta a noi nel nostro cammino, com’era accaduto in quel pomeriggio ai discepoli di Emmaus.

È una presenza discreta e segreta ma non spettrale o eterea. Le ultime parole del Cristo risorto sono state: «Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo» (Matteo 28, 20).

         

Intenzione di preghiera per la settimana

Preghiamo per il nuovo anno 2025 anno giubilare della speranza perché il Signore non ci faccia mai mancare questa virtù che insieme alla fede e alla carità fanno andare avanti il mondo.

 

Don’t Forget! Le più belle natività della storia dell’arte 

PIETRO BUGIANI (1905 – 1992): NATIVITÀ (LA SERA)

1928 – olio su tela 63 x 80 cm – Galleria Uffizi, Firenze

Negli anni Venti, Pistoia vive un’intensa stagione artistica grazie a un gruppo di giovani raccolti nel gruppo del “Cenacolo”, forgiati nell’esercizio del disegno dall’architetto Giovanni Michelucci. Tra questi Pietro Bugiani che fece frutto dell’incontro a Torino e a Roma con Felice Casorati. Tornato a Pistoia nel 1927, l’artista dipinse paesaggi immersi in un’atmosfera incantata dei quali questa Natività costituisce una variante a carattere sacro.

L’asciuttezza dell’insieme a cui si contrappone la resa minuziosa dei dettagli e luce tersa che illanguidisce nel crepuscolo, contribuiscono a sottolineare la commozione del miracolo di questa nascita, umana e divina insieme. Tutto questo dimostra l’adesione di Bugiani alla lezione degli antichi (Giotto e al Beato Angelico) entro un più vasto movimento di recupero dei cosiddetti primitivi che godeva in Toscana di particolare seguito.

Non è un caso infatti che Natività fosse una delle opere di punta della mostra organizzata nel 1931 alla galleria Porza di Berlino da Lanza del Vasto, che espose una serie di artisti accomunati appunto dalla ricerca di un’arte interiore: “Han gridato alla rivelazione, al nuovo Beato Angelico”, scrisse nell’occasione L. del Vasto, riportando i commenti della critica. Nel quadro gli unici personaggi sono Maria inginocchiata in preghiera, che domina la scena con il suo manto rosso che l’avvolge completamente e il bambino che, avvolto in candide fasce, dorme tranquillo nell’ovale di paglia che lo protegge dalla dura terra.

Non c’è né Giuseppe né alcun altro personaggio terreno (pastori o magi) o celeste (Angeli); solo due animali, l’asino bianco e il bue grigio/nero. La scena è all’aperto, con la cascina e la sua tettoia di paglia a fare da sfondo. Il paesaggio ricorda quelli dei primitivi della pittura italiana, Giotto in particolare e nasconde il sole al tramonto come ricorda il titolo del quadro (la sera).

La misteriosa pietra squadrata abbandonata a terra che appare in primo piano fa pensare alla copertura della tomba in cui Gesù sarà sepolto dopo la sua risurrezione. Insomma ci troviamo davanti a un quadro che invita alla contemplazione, alla riflessione silenziosa come quella della Madre di fronte al Figlio.