Riflessione del giorno

Sabato 12 aprile 2025

By Patronato S. Vincenzo

April 11, 2025

 

5 Settimana di Quaresima

 

Avvenne il 12 aprile…

1204 – Costantinopoli conquistata nella 4.a crociata: inizia il suo saccheggio da parte dei Veneziani.

1944 – Vittorio Emanuele III abdicherà in favore del figlio Umberto non appena gli alleati entreranno a Roma.

1961 – Jurij Gagarin con la navicella Vostok 1 è il primo uomo a volare nello spazio.

1981 – Cape Canaveral lanciato il primo Space Shuttle, il Columbia, parte della missione STS-1.

 

Aforisma dal libro di Ezechiele

“Io, il Signore, farò con loro un’alleanza di pace; sarà un’alleanza eterna con loro…io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo”.

 

Preghiera

O Dio, che hai fatto di tutti i rinati in Cristo la stirpe eletta e il sacerdozio regale, donaci il desiderio e la forza di compiere ciò che comandi, perché il tuo popolo, chiamato alla vita eterna, sia concorde nella fede e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Giovanni 11,45-56

In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Lazzaro] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.

Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!».

Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove rimase con i discepoli.

Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

 

Riflessione Mattutino di Monsignor Ravasi

Il suo silenzio gli pesa. Il prigioniero l’ha ascoltato guardandolo fisso negli occhi con uno sguardo dolce e penetrante. Il vecchio Inquisitore vorrebbe che gli dicesse qualcosa, anche di amaro, di terribile. Ma ecco, Cristo gli si avvicina in silenzio, e lo bacia dolcemente sulle vecchie labbra esangui. E questa è tutta la sua risposta.

Cala così il sipario su uno dei testi più alti della letteratura di tutti i tempi, la celebre «Leggenda del Grande Inquisitore» incastonata nella II parte, nel V libro, nel V capitolo di quel capolavoro che sono I fratelli Karamazov di Dostoevskij. Lo scrittore russo completava queste pagine un paio di anni prima della sua morte: era il 1879, ed egli stesso confessava che questo era il «culmine» del romanzo.

Cristo, nel carcere dell’Inquisizione della Siviglia del XVI secolo, è ininterrottamente contestato dal vecchio Inquisitore dal «volto scarno e dagli occhi infossati che mandano ancora una luce simile a una scintilla di fuoco». E la prima e fondamentale domanda è: «Perché sei venuto a disturbarci? Lo sai anche tu che sei tornato a disturbarci». E l’ultimo, violento monito sarà: «Vattene e non venire più” non venire mai” mai, mai!».

Cristo tace sempre di fronte alla valanga di accuse dell’Inquisitore che gli contesta di essere un pericolo per la quiete amorfa dell’umanità alla quale ha portato la libertà, la coscienza, la responsabilità, alla quale ha insegnato il senso segreto del dolore e nel cui cuore ha deposto il seme dell’amore.

Cristo, anzi, donerà la sua vita per questa folla che «oggi bacia i suoi piedi e domani si precipiterà ad attizzare il fuoco del rogo» ove incenerire una presenza così forte e scomoda. Perché abbiamo evocato in questi giorno in cui ha inizio la settimana santa la «Leggenda del Grande Inquisitore» di Dostoevskij? Solo perché essa potrebbe diventare una sublime meditazione per questi giorni santi.

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo perché viviamo con fede intensa e carità operosa la settimana santa e partecipiamo con speranza certa al mistero pasquale di Gesù.

 

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