Riflessione del giorno

sabato 14 gennaio ’17

By Patronato S. Vincenzo

January 13, 2017

 

Iniziamo la Giornata Pregando (preghiera dei padri del deserto)

“Dal cielo è sceso come la luce, da Maria è nato come un germe divino, dalla croce è caduto come un frutto, al cielo è salito come una primizia. Benedetta sia la tua volontà! Tu sei l’offerta del cielo e della terra, ora immolato e ora adorato. Sei disceso in terra per essere vittima, sei salito come offerta unica, sei salito portando il tuo sacrificio, o Signore. Amen”

 

FELICE DA NOLA

Felice è un sacerdote del III sec di Nola in Campania. Durante l’imperversare delle persecuzioni, patì in carcere atroci torture e, una volta ristabilita la pace, fece ritorno tra i suoi, ritirandosi in povertà fino ad avanzata vecchiaia, invitto confessore della fede

 

Ascoltiamo la Parola di Dio (Mc 2,13-17)

Gesù uscì lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava.  Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Egli, alzatosi, lo seguì. Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?». Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori».

 

Riflessione Per Il Giorno (La Sapienza dei Chassidim)

Lo scolaro domandò a Rabbi Shmelke: «Ci è comandato di amare il nostro prossimo come noi stessi. Come posso farlo se egli mi ha fatto un torto?». Il Rabbi rispose: «Devi comprendere queste parole nel giusto significato, che è: ama il prossimo tuo come qualcosa che tu stesso sei. Può accadere che la tua mano si sbagli e ti colpisca. Ma prenderai tu forse allora un bastone e la castigherai per la sua mancanza di comprensione, accrescendo così il tuo dolore? Lo stesso si applica al tuo prossimo, che con te forma un’anima sola: se egli, per ignoranza, ti fa un torto e tu lo punisci, non fai che colpire te stesso». Ma quello insisteva: «Ma se vedo che un uomo è malvagio al cospetto di Dio, come potrò amarlo?». Gli rispose il Rabbi: «Ignori forse che l’anima primordiale scaturì dall’essenza di Dio e che l’anima di ogni uomo è una parte di lui? E non avrai allora pietà di quell’uomo, vedendo che una delle sue scintille si è smarrita ed è quasi spenta?».

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per tutti coloro che si impegnano per la promozione, la giustizia e la dignità dell’uomo e la difesa del mondo    

                            

Don’t forget!

EVENTO PRINCIPALE DELL’ANNO 17 DI OGNI SECOLO: SECOLO X – ANNO 917:

La città di Basilea è distrutta dagli Ungari. Questi –detti anche Magiari- erano un popolo nomade di origine ugro-finnica proveniente dalla regione dei monti Urali (Russia oggi). Lungo il corso del fiume Dnepr (la via d’acqua sulla quale viaggiavano le pellicce del Nord, l’ambra, il miele e la cera della foreste russe) arrivarono fino alle pianure del medio Danubio dove si insediarono. Da lì facevano incursioni e razzie in Germania, Francia, Svizzera (Basilea appunto) e persino in Italia a Pavia.

 

156° quadro della serie: “I 1.000 quadri più belli del mondo”

 

L’architetto e pittore Giulio Pippi de’ Jannuzzi, detto Giulio Romano (1492 (?) – Mantova 1546) fu importante e versatile personalità del Rinascimento e Manierismo italiano. Tra i più dotati allievi e collaboratori della bottega di Raffaello, divenne artista completo come era normale per un artista di corte che doveva occuparsi di ogni aspetto legato alla residenza e alla vita di rappresentanza del suo signore (la corte ducale di Mantova) dovendo fornire modelli grafici per arazzi, opere scultoree e oggetti in argento, coordinando collaboratori e artigiani. La perla è un bellissimo dipinto di sua mano ma su disegno di Raffaello: dipinto per i conti di Canossa, passò di mano in mano fino al re Filippo IV di Spagna che chiamò il quadro “la Perla” per indicare che la considerava il pezzo più prezioso delle sue collezioni. Si tratta di un quadro di grande fascino, che si apprezza entrando nella scena a piccoli passi. L’atmosfera notturna rende i passaggi visivi più lenti e così dall’ombra emerge per prima la figura della Vergine, vero fulcro della composizione, capace di diffondere attorno a sé un’aura di grazia seducente. Luminoso e bellissimo il viso, con gli occhi bassi che guidano verso lo scialle dal colore rosa cangiante in azzurro e conducono al sorriso del Bambino Gesù, il quale a sua volta richiama l’attenzione della madre verso il S. Giovannino lavorato in controluce. Gesù mette un piedino sulla culla colma di cuscini e lenzuola candide, stupendo pezzo di natura morta che accresce il fascino della composizione.  Dal piccolo Gesù si sale poi al volto di S. Anna che, pur portando sul viso i segni della vecchiaia, mantiene una sua nobile integrità fisica e spirituale. Lo sguardo dello spettatore, spostandosi sul secondo piano, individua nel buio a sinistra la figura di S. Giuseppe che appare come confinato in un ambiente in rovina, per aprirsi poi su un magnifico paesaggio notturno dal cielo striato dai primi raggi del sole che sorge e che illumina una città con numerose rovine, dove però la vita continua a pulsare. Se dopo questo giro, si torna sul nucleo centrale si coglie qualcosa di nuovo: appare chiaro il ruolo giocato nella scena dall’atteggiamento della Vergine, che si avvita con delicatezza su sé stessa e unisce in questo moto i due altri personaggi principali, ma anche la centralità di Gesù, “sole che sorge dall’alto” per portare vita, luce e speranza in un mondo in rovina e gioia a coloro che credono in Lui.