nel video la colonna sonora del film Mission regia di Roland Joffé musiche di Ennio Morricone
Aforisma della giornata (la quaresima)
“La quaresima viene dopo il carnevale per ricordarci che siamo polvere e non coriandoli.” .
Iniziamo la Giornata Pregando (Beato Fra’ Tomaso da Olera)
“Io poverino, prostrato ai tuoi piedi e indegno di levare gli occhi al cielo, ti prego, per la tua morte crudele, di guardarmi con occhi di misericordia. Prima di guardare i miei peccati, guarda le tue mani, guardami attraverso i fori delle tue piaghe. Passino i tuoi occhi per quei fori e non sia la tua giustizia a cadere su di me, perché quelle ferite furono fatte dalla tua misericordia. Donami un cuore nuovo, affinché nascosto nella ferita del tuo fianco squarciato, io possa d’ora in poi amarti con amore puro, disinteressato. Concedimi un raggio di Spirito Santo affinché la sua luce rischiari la mia cecità e le tenebre non mi impediscano di vedere te, dolce riposo dell’anima mia”.
TEODORO di AMASEA Soldato romano
Teodoro era stato trasferito ad Amasea, in Anatolia (Turchia) al tempo dell’imperatore Galerio (IV sec.). Lì li raggiunse un ordine: tutti dovevano sacrificare agli Dei. Teodoro, cristiano, che si rifiutò, fu torturato, imprigionato e bruciato vivo.
Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno (Luca 5,27-32)
Gesù vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla di pubblicani e d’altra gente seduta con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?». Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi».
Riflessione Per Il Giorno (Dal blog di Luigi Accattoli)
«Povera vittima, povero assassino, povero giustiziere»: così il vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi, nomina i tre personaggi del dramma vissuto in questi giorni dalla sua città. «E povera società nostra che li ha generati. La ragazza caduta nella droga, il ragazzo che l’ha fatta a pezzi, l’uomo che ha sparato sono tre testimoni di una catena di fallimenti che ci riguarda tutti…La vicenda della ragazza ci dice che non siamo capaci di educare. Trasmettiamo illusioni, lasciamo aperte le scorciatoie più pericolose. Dell’immigrato dirò che la nostra è un’accoglienza che dura tre mesi e poi abbandoniamo quelli che abbiamo accolto al circuito della malavita. Quanto allo sparatore dobbiamo avere pietà anche di lui che ha ceduto alla tentazione della scorciatoia più tragica: l’idea che si possano risolvere i problemi con la pistola. Quanto alla Chiesa, vive i limiti di tutti. Quella ragazza era in una comunità vicina alla Chiesa. Molte nostre realtà si adoperano per l’accoglienza e per la formazione dei giovani. Ma siamo piccoli e forse abbiamo poco coraggio di uscire per incontrare l’umanità più bisognosa, come chiede papa Francesco. Dovremmo essere i primi a convertirci per un riscatto collettivo».
Intenzione del giorno
Preghiamo per i teologi e tutti coloro che dedicano la vita all’approfondimento delle verità cristiane.
Don’t forget – LA FOTO DELLA SETTIMANA
A partire da oggi, pubblicheremo ogni settimana una foto significativa: la prima fa parte del reportage del fotografo italiano Valerio Bispuri (Roma 1971) sulla droga che invade le città sudamericane. La vita delle vittime del PACO, per lo più giovani, si trasforma in una continua ricerca della dose: si svegliano quando cala il sole e comincia la caccia disperata. Viaggiando tra Argentina, Brasile, Perù, Colombia e Paraguay, Bispuri con coraggio ha attraversato questo inferno abitato da morti viventi per raccontare la vita nei ghetti, condividendo la quotidianità̀ dei consumatori ed entrando, bendato, anche in uno dei piccoli laboratori clandestini nei quali si produce la droga. L’associazione Madres del Paco è nata nel 2006 in un quartiere povero chiamato Ciudad Oculta dinanzi alla mancanza di risposte dello Stato nella lotta contro la pasta di coca. La sua fondatrice, Bilma Acuña, ha vinto la paura e ha denunciato gli assassini del figlio. È riuscita a far condannare i colpevoli: narcotrafficanti e poliziotti corrotti. L’Università cattolica argentina (Uca) ha presentato il rapporto sulle dipendenze di giovani in quartieri vulnerabili: il 22,1 % dei ragazzi tra i 17 e i 25 anni consuma sostanze illegali almeno 1 volta al mese.