Riflessione del giorno

domenica 18 settembre ’16

By Patronato S. Vincenzo

September 17, 2016

 

Preghiera del giorno

O Padre, che ci chiami ad amarti e servirti come unico Signore, abbi pietà della nostra condizione umana; salvaci dalla cupidigia delle ricchezze, e fa’che alzando al cielo mani libere e pure, ti rendiamo gloria con tutta la nostra vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo…Amen

 

La Parola di Dio del giorno

 

Gesù disse ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinnanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “100 barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi 50”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “100 misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi 80”. Il padrone lodò l’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro…Non potete servire Dio e la ricchezza».

 

 

La Riflessione del giorno (S. Agostino commento)

Tu ti procuri dunque degli amici, porti avanti la tua speranza, coltivi il desiderio, tolleri con pazienza la condizione presente, prospera o avversa, perché cosa da tollerare qui è anche la felicità, per chi cerca la felicità che sorpassa quella terrena. La si tollera infatti perché, fino a quando siamo in cammino, va considerato tra i mali tutto ciò che ci trattiene dal nostro Dio. Sostiene anzi maggior lotta l’animo che combatte contro la felicità, per non lasciarsene corrompere, che contro la sfortuna per non lasciarsene abbattere. A prezzo di questa pazienza, finito il mondo o finita la nostra vita, mèta non lontana, al cui termine si va ciascuno avvicinando, saremo tranquilli nelle dimore eterne, poiché ci siamo fatti degli amici con ” le ricchezze inique “.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per gli amministratori della Parola e della grazia di Dio, perché siano trovati fedeli