Riflessione del giorno

sabato 18 gennaio ’20

By Patronato S. Vincenzo

January 17, 2020

 

 

 

nell’immagine un dipinto di Hugo Simberg

 

Proverbio del Giorno

AD IMPOSSIBILIA NEMO TENETUR = Nessuno è tenuto a fare l’impossibile.

 

Iniziamo la Giornata Pregando

Ti ho cercato Dio con la mia lampada così brillante che tutti me la invidiavano. Ti ho cercato, Dio negli altri. Ti ho cercato Dio nelle piccolissime tane dei topi. Ti ho cercato Dio nelle biblioteche. Ti ho cercato Dio nelle università. Ti ho cercato Dio col telescopio e con microscopio. Finché mi accorsi che avevo dimenticato quello che cercavo. Allora, spegnendo la mia lampada, gettai le chiavi, e mi misi a piangere…e subito, la Tua Luce fu in me. Amen

 

ANDREA GREGO DA PESCHIERA (1400-‘85)

Discepolo di S. Antonino nel convento di S. Marco a Firenze, terminata la formazione, fu inviato a predicare in Valtellina. Qui prodigò a favore della povera popolazione ogni energia: 45 anni di durissimo ministero gli valsero l’appellativo di apostolo della Valtellina. Il segreto del successo era dovuto all’esercizio eroico della penitenza, dell’umiltà e dell’obbedienza. Ripeteva spesso: “Un religioso obbediente è un religioso santo”.

 

Ascoltiamo la Parola di Dio (Marco 2,13-17)

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Egli, alzatosi, lo seguì. Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?». Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori».

 

Riflessione Per Il Giorno (Nunzio Galantino: Abitare le parole)

FLESSIBILITÀ: gli ambiti di impiego della parola flessibilità sono numerosi. Si parla di flessibilità di un materiale, di flessibilità lavorativa; cognitiva, educativa ed emotiva. E’ soprattutto il mondo del lavoro a fare ricorso a flessibilità che evoca un fenomeno sociale sempre più spesso negativo. Infatti, la flessibilità indica di frequente il primo passo verso la condizione di precariato e la perdita del posto di lavoro. Quando riprende il suo significato originario, la flessibilità diventa la qualità di chi si adatta alle circostanze, senza finire schiacciato dal nuovo e dall’imprevisto. E senza pagare, per questo, un prezzo troppo alto, in termini di perdita dell’identità. Sul piano esistenziale, la flessibilità non va confusa con un atteggiamento rinunciatario, arrendevole e fatalistico. Proprio perché la vita esige da tutti creatività e progettualità, la flessibilità è figlia di una intelligenza viva e va di pari passo con l’essere accorti, creativi e dinamici. Capaci di entrare, grazie a una corretta flessibilità cognitiva / mentale, in relazione e in dialogo con quanto incrocia la propria strada: altri valori, altri modi di pensare, di progettare e di credere. Nemico della flessibilità cognitiva è la rigidità cognitiva, che ha un impatto negativo, prima di tutto, sul mondo delle relazioni e che spesso è frutto del bisogno quasi patologico di ridurre a tutti i costi l’incertezza. Nella vita di relazione, la flessibilità è l’attitudine a non farsi “spezzare” – nel senso etimologico di “farsi ridurre a pezzi” – dalla paura di sbagliare, da incomprensioni o da situazioni difficili e complesse. La flessibilità, come altre “arti”, non la si eredita, ma si impara e in flessibilità si cresce. Come il bambù, dice la sapienza cinese, che impiega sette anni a germinare ma, emerso dal terreno, è inarrestabile nella crescita, fermo, resistente e flessibile. Più di una quercia.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per il movimento ecumenico all’interno delle chiese cristiane

 

Don’t forget SETTIMANA DI PREGHIERA PER UNITÀ DEI CRISTIANI: 18 – 25 / 01.

È un’iniziativa ecumenica di preghiera nel quale tutte le confessioni cristiane pregano insieme per il raggiungimento della piena unità che è il volere di Cristo stesso. Tradizionalmente, si svolge dal 18 al 25 gennaio, perché compresa tra la festa della cattedra di S. Pietro e quella della conversione di S. Paolo. Fu avviata ufficialmente dal reverendo episcopaliano Paul Wattson a Graymoor (New York) nel 1908 come Ottavario per l’unità della Chiesa, auspicando che diventasse pratica comune

 

La foto della settimana

Un piccolo stormo di uccelli si posa su un ramo durante una tempesta di neve a Pembroke, nello stato di New York. DAVID DUPREY / AP / LAPRESSE.