Riflessione del giorno

sabato 19 novembre ’16

By Patronato S. Vincenzo

November 18, 2016

 

 

Iniziamo la Giornata Pregando (Inno liturgico)

Nel primo chiarore del giorno, vestite di luce e silenzio, le cose si destano dal buio, com’era al principio del mondo. E noi che di notte vegliammo, attenti alla fede del mondo, protesi al ritorno di Cristo, ora verso la luce guardiamo. O Cristo, splendore del Padre, vivissima luce divina, in Te ci vestiamo di speranza, viviamo di gioia e d’amore Al Padre cantiamo la lode, al Figlio che è luce da luce; e gloria allo Spirito Santo, che regna nei secoli.

 

FAUSTO

Fu diacono della Chiesa di Alessandria dalla metà del sec. III fino agli inizi del IV. Durante la persecuzione di Valeriano, insieme al suo Vescovo Dionigi e ad altri diaconi fu esiliato nella regione di Kefro in Libia. Tornato in Egitto fu costretto a una vita povera e randagia nel deserto. Nonostante le gravissime difficoltà si mantenne fedele, tanto che Eusebio fa l’elogio: “Distintosi nel confessare la fede…pieno di giorni ha consumato il martirio per decapitazione”

 

Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno (Luca 19,11-28)

Si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli.  Da ultimo anche la donna morì.  Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».  Gesù rispose: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio.  Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe.  Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui». Lc 20,27-40

 

Riflessione Per Il Giorno (Mons. Ravasi: Mattutino)

Il nonno stava per morire. Figli e nipoti erano al suo capezzale angosciati: aprì gli occhi e con serenità disse: «Quello che è veramente vivo deve morire. Guardate i fiori: solo quelli di plastica non muoiono mai!». Ho trovato questo episodio nel riquadro di una rivista americana ove si mettono le “battute di spirito” in senso non umoristico ma “spirituale”. La morte, comunque, ha sempre due volti, uno tragico e uno liberatorio. Persino in Cristo si ritrova questa duplicità: se per Matteo e Marco grida: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»; per Luca si rivolge serenamente a Dio: «Padre, alle tue mani affido il mio spirito». Vita e morte sono due passi costanti nella nostra esistenza: ogni minuto è un istante di vita ed è un avanzare verso la morte, come dice Dante «del viver ch’è un correre a la morte» (Purgatorio XXXIII). Leonardo da Vinci poi confessava nei suoi Pensieri: «Quando io crederò a imparare a vivere, io imparerò a morire». Una lezione di sapienza che permette alla fine di condividere la frase di quel nonno. Un frase che si carica di luce ulteriore per il credente che vede la morte come una soglia aperta sull’eternità di Dio».

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per tutti i defunti dimenticati e coloro per cui nessuno prega