Riflessione del giorno

Sabato 20 dicembre 2025

By Patronato S. Vincenzo

December 20, 2025

 

3. a settimana tempo di Avvento

 

Avvenne il 20 dicembre…

69 – Vespasiano diventa imperatore romano.

1577 – Un incendio distrugge la Sala del Maggior Consiglio nel Palazzo Ducale di Venezia 

1860 – La Carolina del Sud diventa il primo stato a staccarsi dagli Stati Uniti d’America.

1960 – Viene costituito il Fronte Nazionale per la Liberazione del Vietnam.

1989 – Gli USA inviano truppe a Panamá per rovesciare il governo di Manuel Noriega.

1999 – Macao viene restituita alla Cina dal Portogallo.

 

Antifona della novena di Natale

“O Chiave di David, e scettro della casa di Israele, che apri e nessuno chiude, chiudi e nessuno apre: vieni e libera lo schiavo dal carcere, che è nelle tenebre, e nell’ombra della morte”.

 

Santo del giorno 

 

Preghiera Colletta

Dio creatore e redentore, che hai rinnovato il mondo nel tuo Verbo, fatto uomo nel grembo di una Madre sempre vergine, concedi che il tuo unico Figlio, primogenito di una moltitudine di fratelli, ci unisca a sé in comunione di vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen

 

Parola di dio Luca 1,26-38

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.

L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra.

Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. 

 

Riflessione Fiaba Ebraica

Una storia ebraica narra di un uomo che si era stancato della sua vita con la moglie e i figli. La moglie lo dominava e lo vessava, i figli lo disprezzavano e lo deridevano. Si sentiva una vittima e pensava che fosse venuto per lui l’ora di cercare il Paradiso. Dopo molte ricerche, trovò un vecchio saggio che gli indicò la via: “Il Paradiso c’è, eccome, ed è nel tal posto. Bisogna fare parecchia strada, ma con un po’ di fatica ci si arriva”. L’uomo si mise in cammino. Di giorno marciò, e la notte, stanco, si fermò in una locanda per dormire.

Siccome era molto preciso decise, la sera, prima di coricarsi, di disporre le scarpe già orientate verso il Paradiso, per essere ben sicuro di non perdere la direzione giusta. Durante la notte, però, mentre dormiva, un diavolo dispettoso gli girò le scarpe nella direzione opposta. La mattina dopo l’uomo si svegliò, guardò le sue scarpe, che gli parvero orientate in maniera diversa rispetto alla sera prima, ma non ci fece troppo caso e riprese il cammino, che però era diretto al punto di partenza. Man mano procedeva, il paesaggio diventava sempre più familiare e così arrivò al paese dove era vissuto e disse: «Come assomiglia al mio paese il Paradiso».

Siccome era convinto di aver raggiunto il Paradiso, ci si trovò bene e gli piacque molto. Poi vide la sua vecchia casa ed esclamò: «Come assomiglia alla mia vecchia casa il Paradiso!» e gli piacque moltissimo. Lo accolsero la moglie e i figli: «Come assomigliano a mia moglie e ai miei figli queste persone! Qui in Paradiso tutto assomiglia a quello che c’era prima».

Ma siccome era il Paradiso, tutto era bellissimo: la moglie una persona deliziosa, i figli straordinari, pieni di qualità che egli non aveva mai sospettato avessero. «È strano come qui in Paradiso tutto assomigli a ciò che c’era nella mia vita di prima in modo preciso, ma come allo stesso tempo tutto sia del tutto diverso!». Perché durante la nostra vita a ogni secondo, succede proprio questo e cioè che noi decidiamo o di entrare in Paradiso o di uscirne… 

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo perché viviamo il tempo di Avvento in spirito di preghiera e intensificando la carità verso il prossimo e la pratica della vita buona.

 

Don’t Forget! Novena di Natale: 4° GIORNO

“O CHIAVE DI DAVIDE, SCETTRO DELLA CASA D’ISRAELE, CHE APRI, E NESSUNO PUÒ CHIUDERE, CHIUDI E NESSUNO PUÒ APRIRE:  VIENI, LIBERA L’UOMO PRIGIONIERO CHE GIACE NELLE TENEBRE  E NELL’OMBRA DELLA MORTE!”.

Antifona dei vespri

Per interpretare l’Antifona di questo giorno, dobbiamo ricorrere al profeta Isaia il quale afferma a nome di Dio: “metterò la chiave della casa di Davide sulla sua spalla: aprirà e non ci sarà chi chiuda, chiuderà e non ci sarà chi apra” Isaia 22,22. Questo versetto parla della nomina di un successore fidato (Eliakim) a un funzionario corrotto (Sebna), che è rimosso e sostituito. La chiave rappresenta l’autorità di aprire e chiudere, di governare e amministrare la casa reale (il regno del successore di Davide). Il potere conferito è assoluto: ciò che viene aperto non può essere rinchiuso e ciò che è chiuso non può essere più riaperto. L’antifona cioè parla di una leadership spirituale e politica, che nel Nuovo Testamento (Apocalisse 3,7) viene applicata a Gesù il Messia il quale è “il Santo, il Verace, colui che ha la chiave di Davide, che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre”.

L’invocazione seguente (vieni, libera l’uomo prigioniero che giace nelle tenebre e nell’ombra della morte) domanda all’inviato di Dio Gesù la liberazione dalle “tenebre e dall’ombra di morte”, espressione che compare in Isaia 42,7 nel Salmo 106 e nel finale del Benedictus. In prospettiva pasquale infatti è Cristo la chiave che apre all’uomo la salvezza, poiché con la sua discesa agli inferi, e negli abissi cuore umano, può realmente scardinare gli antri più oscuri dell’anima. Queste chiavi sono state affidate da Gesù alla Chiesa, nella persona di S. Pietro e dunque al corpo mistico di Cristo, il quale serve il suo Re che ha deciso di consegnare alla sua Sposa (la Chiesa) il potere di strappare i figli di Dio dal potere delle tenebre.