Proverbio del Giorno
Se la tua rabbia è lunga, anche la tua lingua è lunga. (Etiopia)
Iniziamo la Giornata Pregando (S. Efrem il Siro)
Signore della mia vita, non darmi uno spirito di ozio, curiosità, superbia e loquacità. Concedi invece al tuo servo uno spirito di saggezza, umiltà, pazienza e amore. Sì, Signore e Sovrano, dammi di vedere le mie colpe e di non giudicare il mio fratello; poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli. Amen.
Bernardino di Siena
Canonizzato nel 1450, cioè a soli sei anni dalla morte, era nato nel 1380 a Massa Marittima, da nobile famiglia senese. Rimasto orfano dei genitori in giovane età, dopo gli studi, vestì l’abito francescano. Divenne propugnatore della riforma dei francescani osservanti. Devotissimo al S. Nome di Gesù, ne faceva incidere il monogramma «YHS» su tavolette di legno, che dava a baciare al pubblico al termine delle prediche giunte fino a noi. Predicò dappertutto, compresa la bergamasca. Aveva parole dure per quanti «rinnegano Iddio per un capo d’aglio» e per «le belve dalle zanne lunghe che rodono le ossa del povero». La morte avvenne all’Aquila nel 1444
La Parola di Dio del giorno (Gv 15,18-21)
Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
La Riflessione del Giorno (25 Marzo, Papa Francesco a Milano)
Caro direttore, finalmente ho dormito. Dopo 117 giorni di custodia cautelare preventiva, sono riuscito a riposare sei ore di seguito fino a questa mattina di domenica. E questo lo devo a un «sacerdote», un uomo, un padre, un nonno, un santo che, a una domanda rivolta tra un boccone e l’altro, con semplicità sconcertante, mi ha risposto: «Piango…». Eh sì, anche il Papa piange. Gli ho chiesto: «Francesco, ma come fai a fare tutto ciò che fai?». E lui: «Piango…piangere mi consente di raccogliermi con me stesso e unirmi con Dio». Ieri, sabato 25 marzo, ho vissuto la liturgia eucaristica in un modo nuovo, inconsueto e forse “banale” nello svolgimento del pranzo di noi detenuti nel carcere di S. Vittore. Gli abbiamo versato l’acqua e l’aranciata dalle nostre stesse bottiglie condivise, ha aspettato che tutti fossimo serviti – più di 100 persone – del risotto alla milanese per cominciare a mangiare e poi ha tagliato la cotoletta in due perché troppo grande per lui, dicendo che non poteva mangiare troppo, in quanto aveva tanto da camminare nella giornata, e alzandola in alto ha chiesto: «Chi la vuole?». Ieri sera ho pianto e…sognato. È domenica e tra poco «comincia Messa» nella rotonda benedetta dal Papa. Qui tutto è cambiato – la storia è stata fatta – la storia è passata da qui. E dormire per me non sarà più lo stesso… Piangerò, dormirò e sognerò finalmente. Grazie Francesco! Fortunato Ficara – San Vittore, Milano
Intenzione del giorno
Preghiamo perché i contrasti e le avversità non ci tolgano mai la fiducia e la pace dell’anima.