nell’immagine un dipinti di Harald Sohlberg
Aforisma del giorno (Pascal Blaise)
Gli uomini, non avendo nessun rimedio contro la morte, la miseria e l’ignoranza, hanno stabilito, per essere felici, di non pensarci mai.
Iniziamo la Giornata Pregando
Signore Gesù, ricordiamo la tua Passione e Morte, dalle quali sono venuti a noi il perdono e la grazia. Ti offriamo la fatica e la lotta spirituale che oggi ci attende. Fa’, Signore, che partecipando sulla terra alle tue sofferenze, meritiamo di essere con Te nella gioia del Paradiso. Amen”
POLICARPO VESCOVO e MARTIRE
Nato a Smirne nell’anno 69 «fu dagli Apostoli stessi posto vescovo per l’Asia nella Chiesa di Smirne». Policarpo viene messo a capo dei cristiani del luogo verso il 100. Nel 154 va a Roma per discutere con papa Aniceto sulla data della Pasqua. Tornato a Smirne scoppia la persecuzione: rifiuta di difendersi davanti al governatore, che vuole risparmiarlo, e alla folla, dichiarandosi cristiano. Verrà ucciso con la spada
Ascoltiamo la Parola di Dio (Marco 9,2-13)
Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!». Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell’ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risuscitato dai morti. Essi tennero per sé la cosa, domandandosi che cosa volesse dire risuscitare dai morti.
Riflessione del giorno
Dovunque egli arrivi, si mette a sedere e tira fuori dalla valigia la sua superiorità.
E’ una citazione dello scrittore Elias Canetti (1905-1994), Nobel 1981. Di primo acchito non capisco; poi leggendola adagio, fa sorridere e mi spinge a tradurla per proporla qui. Abbiamo incontrato tutti nella vita persone di questo genere, tronfie e pompose, quelle che per dire anche una banalità devono imbandire tovaglie e tovaglioli, persone convinte che il mondo non sa cosa si perde non ascoltando le loro teorie e non apprezzando le loro opere. Guai a contrastarle, a opporre sia pur timide obiezioni, a non ammirare le loro capacità. A loro fa ombra anche il più piccolo cespuglio: «Un vizir fa sempre ombra ai sultani», diceva il grande Racine. La superbia non è mai sazia, come ricorda Marcello Marchesi: «La superbia partì a cavallo e tornò in yacht». Detto questo e altro sull’arroganza e sulla vanagloria, ben attestate ai nostri giorni come è sempre stato, non dimentichiamo che, se per un momento uscissimo da noi stessi e ci guardassimo dall’esterno, ci scopriremmo ugualmente dotati della stessa valigia, pronti a trascinarla per tirar fuori la nostra indubbia superiorità. Non ci farà male, allora, meditare sulle parole di Paolo: «Ognuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso» (Filippesi 2, 3).
Intenzione del giorno
Preghiamo per i giornalisti e gli scrittori: perché siano coscienti del loro influsso sulla società.
Don’t forget: La Foto della Settimana
Mercoledì 20 febbraio: a Singapore la luna nella notte del 19 febbraio. © XINJIAPO / XINHUA VIA ZUMA WIRE / ANSA