XVI settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno di M. Teresa di Calcutta
Il vero amore deve sempre fare male. Dev’essere doloroso amare qualcuno, doloroso lasciare qualcuno. Solo allora si ama sinceramente.
Preghiera del giorno dai canti liturgici
Noi canteremo gloria a te, Padre che dai la vita, Dio d’immensa carità, Trinità infinita. Tutto il creato vive in te, segno della tua gloria; tutta la storia ti darà onore e vittoria. Manda Signore in mezzo a noi, manda il Consolatore, lo Spirito di santità, Spirito dell’amore. Amen.
Santo del giorno
Parola di Dio del giorno Giovanni 15,1-8
Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da sé stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Riflessione del giorno – Frammenti di vita
Tra i ricordi che il tempo non sbiadisce ci sono quelli legati all’infanzia, che riguardano il rapporto con i genitori, la maestra, il parroco ecc.
A distanza di tanti anni, stupisce che sulle realtà che contano, essi trattassero noi bambini da persone adulte, insegnandoci che bene e male non sono punti di vista differenti, ma realtà opposte; punendoci se sbagliavamo, ma senza umiliarci; non cedendo ai nostri capricci, ma obbligandoci con paziente tenacia a chiarire a noi stessi il perché e il per come delle nostre pur piccole scelte.
Non ci mettevano sul piedistallo né facevano di noi il centro del mondo; ci insegnavano a tener conto degli altri come di noi stessi, a far prevalere il bene comune su quello privato e a rispettare adulti e autorità. Non ci evitavano la fatica; non ci nascondevano il dolore; ci chiedevano molto, ma per farci capire che valevamo molto.
Insistevano perché facessimo bene il nostro dovere, perché i guai grossi sono provocati da superficialità e approssimazione. È vero che i tempi son cambiati e può darsi che certe modalità non siano più attuali, ma una cosa è sicura: quel tipo di educazione ci avrebbe almeno evitato la vergognosa figuraccia che in questi giorni alcuni rampanti e capricciosi attori della politica nostrana ci hanno fatto fare davanti al mondo intero.
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo per i ragazzi impegnati nei Cre parrocchiali, per gli adolescenti e giovani che li seguono e per i responsabili di quest’importante attività formativa.
Don’t Forget! Santi della carità
Mentre si trovava a Napoli, le calunnie di parte del clero locale, invidioso del suo successo, convinsero l’arcivescovo a revocargli la facoltà di confessione, poiché secondo gli accusatori era troppo pronto ad assolvere i penitenti e troppo tenero nelle penitenze.
Non solo: fu denunciato anche al re come politicamente pericoloso e quindi fu esiliato dalla città, ma la protesta pubblica costrinse il re a richiamarlo. Pompilio fece il possibile per diffondere la devozione del S. Cuore in Italia. Era anche molto devoto alla Madonna e si dice che abbia salvato una città dagli effetti di un terremoto con le sue preghiere.
Nelle sue attività missionarie poneva in rilievo la necessità della preghiera costante: «Più vi troverete nel buio, tanto più persistete nella santa preghiera, perché in questa Dio dona la sua luce per le nostre necessità; vi assicuro che il demonio non otterrà nulla, se non interrompete la preghiera, ma se rinunciate, tutto crollerà, ogni virtù andrà in rovina».
Nel 1765 fu mandato presso la casa a Campi Salentina, vicino a Lecce, dove morì il 15 luglio dell’anno seguente; fu sepolto nella chiesa degli scolopi, dove i suoi resti sono ancora venerati, beatificato nel 1890 e canonizzato nel 1934.