Riflessione del giorno

sabato 23 marzo ’19

By Patronato S. Vincenzo

March 22, 2019

 

 

nell’immagine un dipinto di Alphonse Mucha

 

 

Proverbio del giorno

«Quando hai parlato, ciò che hai detto diventa proprietà di un altro (India)»

 

Iniziamo la giornata pregando

Infondi in noi, Signore, lo Spirito Santo perché sappiamo scoprire il messaggio delle Sacre Scritture e viverlo ogni giorno nel tuo Spirito. Permettici, Signore, di comprendere il tuo progetto di salvezza, perché possiamo giungere alla tua dimora senza l’ombra di un dubbio. Amen.

 

Turibio de Mogrovejo (1538-1606)

giurista all’Università di Salamanca e alla corte di Filippo II di Spagna, fu inviato dal Papa a Lima, in Perù. Aveva 42 anni. Iniziò un’intensa attività missionaria e organizzò la Chiesa peruviana in 8 diocesi e indisse vari sinodi. Nel 1591 a Lima sorgeva il 1° seminario del continente americano. Incentivò la cura parrocchiale anche da parte dei religiosi e fu strenuo difensore degli indios. Morì tra loro in una sperduta cappella al nord del Paese.

 

Ascoltiamo la Parola di Dio 

Gesù disse questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mi o è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

 

Riflessione Per Il Giorno

“Siamo arrivati in ritardo”. Il mea culpa di Papa Francesco sui casi di pedofilia che negli anni hanno travolto la Chiesa parte da questo concetto. Bergoglio ha parlato a braccio davanti ai membri della commissione. “Lo scandalo dell’abuso sessuale è veramente una rovina terribile per tutta l’umanità, che colpisce tanti bambini, giovani e adulti vulnerabili in tutti i paesi e in tutte le società”, sono le parole con cui ha aperto il discorso. “Per la Chiesa è stata un’esperienza molto dolorosa; sentiamo vergogna per gli abusi commessi da ministri consacrati, che dovrebbero essere i più degni di fiducia”. “L’abuso sessuale è un peccato orribile, completamente opposto e in contraddizione con quanto Cristo e la Chiesa ci insegnano”. Sul problema della pedofilia, ha sostenuto il Papa, “la coscienza della Chiesa è arrivata un po’ tardi: se la coscienza arriva tardi, i mezzi per risolvere il problema arrivano tardi”. E ancora: “Non è stato facile iniziare questo lavoro, avete dovuto nuotare controcorrente – ha detto ai membri della commissione – sono consapevole di questa difficoltà. Ma l’antica pratica di spostare i preti coinvolti, di non fare fronte al problema, ha addormentato un po’ le coscienze”, ha affermato. Papa Francesco ha voluto infine sottolineare la intransigenza nei confronti dei pedofili nella Chiesa. “Spero sia chiaro – ha detto – io mai ho firmato la grazia per abusi sessuali sui minori e mai la firmerò”.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo perché sia sempre rispettata e onorata l’innocenza dei bambini e combattuti gli abusi.