Riflessione del giorno

sabato 27 ‘gennaio ’18

By Patronato S. Vincenzo

January 26, 2018

 

 

 

 

 

Proverbio del Giorno

QUISQUE FABER FORTUNAE SUAE = Ognuno è artefice del proprio destino

 

Iniziamo la Giornata Pregando

Alla Cena del Signore noi fratelli ci sentiamo. Pane vivo, vero corpo, a noi dato con amor.  Grande gioia noi abbiamo con il Signore tra di noi. Ogni uomo renda grazie al nostro Dio e Salvatore. Uno e Trino a Te cantiamo con viva fede e amore. Gloria e lode noi ti offriamo, Gesù Cristo Redentore.

            

ANGELA MERICI

fondò nel 1535 la Compagnia di S. Orsola (suore Orsoline). Le sua idea di aprire scuole per le ragazze era rivoluzionaria per un’epoca in cui l’educazione era privilegio quasi solo maschile. Nata nel 1474 a Desenzano del Garda (Brescia) da povera famiglia contadina, entrò giovanissima tra le Terziarie francescane. Orfana di entrambi i genitori a 15 anni, partì per la Terra Santa. Qui fu colpita da cecità temporanea, ma dentro di sé vide una scala che saliva in cielo con schiere di fanciulle. Capì la sua missione e tornata in patria, diede vita alla nuova congregazione. La regola fu stampata dopo la morte, avvenuta a Brescia il 27-01-1540.

 

La Parola di Dio del giorno (Mc 4,26-34)

In quel medesimo giorno, verso sera, disse Gesù ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E lasciata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.  Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che moriamo?». Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?». 

 

Riflessione del Giorno (Dostoevskij, L’adolescente)

Io ritengo che, quando una persona ride, nella maggior parte dei casi diventi ripugnante guardarla. Il più delle volte, nel riso delle persone si manifesta qualcosa di volgare, qualcosa che in qualche modo sminuisce colui che ride, sebbene quasi sempre questi non sia consapevole dell’impressione che produce…Perché il riso richiede sincerità, ma dov’è mai la sincerità nella gente? Il riso richiede assenza di malignità, mentre il più sovente la gente ride malignamente. Un riso sincero e privo di malignità è l’allegria, ma dov’è mai nella gente d’oggi, l’allegria? L’allegria è il tratto che più rivela la persona, fino in fondo. Certi caratteri rimangono a lungo indecifrabili, ma basta che quella persona si metta a ridere assai sinceramente e di colpo tutto il suo carattere vi apparirà chiaro come se lo teneste nel palmo della mano. Soltanto, grazie al più alto e al più felice sviluppo, l’uomo sa essere allegro in maniera comunicativa, ossia irresistibile e bonaria. Questo fatto soltanto comprendo, però, che il riso costituisce il più sicuro saggio dell’animo. Guardate un bambino: soltanto i bambini sanno ridere in maniera perfetta, ed è per questo che sono incantevoli. Un bambino che piange lo trovo ripugnante, mentre un bambino che ride e si rallegra è un raggio del paradiso, è una rivelazione del futuro, quando l’uomo diventerà finalmente puro e semplice di cuore come un bambino.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per gli Istituti religiosi femminili impegnati in campo sociale ed educativo