V.a settimana di Quaresima
BEATO ANTONIO PATRIZI DA MONTICIANO
poche ed incerte sono le notizie sulla sua vita. Nato a Siena verso la prima metà del XIII secolo da una nobile famiglia, entrò nell’eremo agostiniano di Lecceto, per poi passare a Monticiano ove morì all’inizio del secolo seguente, forse verso il 1311. Solo una volta si era concesso una pausa recandosi in visita all’amico e confratello Pietro nel vicino eremo di Camerata.
Vangelo del giorno (Gv 11,45-56)
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Il quadro della settimana (59° quadro della serie: i 1000 quadri più belli del mondo)
La Madonna del latte in trono con il Bambino è un’opera, databile tra il 1450 ed il 1455, che faceva parte di un dittico, oggi smembrato chiamato Dittico di Melun. La genesi e la cronologia dell’opera sono abbastanza chiare e precise, ben più interessante risulta essere l’affascinate ed ambigua malia che suscita questa tela: una sorta di magia alchemica capace di incatenare i sensi in una sorta di sospensione temporale e fisica. Nonostante il nome esplicitamente devozionale dell’opera, la rappresentazione è laica e profana: la Madonna ha le fattezze di una nobildonna che, sdegnosa ed altera, offre il suo seno tornito a un Bambino privo di vesti. Più che una Madonna è una Regina, che siede su un trono riccamente decorato di perle e gemme, circondato da angeli rossi (a rappresentare il giorno) e blu (a rappresentare la notte). La composizione è avvolta da una sorta di algido silenzio e di fredda compostezza: non vi è legame affettuoso che leghi la madre al bambino, come era tipico delle rappresentazioni tradizionali della Madonna del latte.
Una luce gelida illumina i colori che sono puri, privi di sfumature, ridotti a delle campiture precise ed essenziali. Secondo una tradizione consolidata, sotto le spoglie della madre di Dio, si celerebbe il ritratto della bella ed elegante Agnès Sorel, amante del re di Francia Carlo VII. La passione fra i due fu intensa, ma breve: Agnès morì nel febbraio 1450 in seguito ad un aborto. Ecco che, dunque, il dittico commissionato dal tesoriere del re, Etienne Chevalier, potrebbe essere giustamente identificabile come un omaggio alla signora. Non una Madonna, dunque, ma una Regina, dunque, dalla pelle liscia ed eburnea, avvolta da un manto di ermellino, come conveniva ai costumi dell’epoca. Tutta la composizione, nonostante la sacralità del soggetto, è trasferita in un ambiente mondano e cortese, ben lontana dalle bonarie e rasserenanti Madonne alle quali ci ha abituato la tradizione italiana del Quattrocento…ma il quadro appare attuale per l’uso spregiudicato del colore, l’irriverenza verso le convenzioni, per il modo di ritrarre i personaggi e fa pensare al surrealismo e al simbolismo.
Preghiera del giorno (preghiera alla Vergine di S. Ildegarda di Bingen)
Ave, nobile, gloriosa e intatta fanciulla, tu pupilla di castità, tu materia della santità che piacque a Dio. In te avvenne la celeste infusione, per cui il Verbo divino si rivestì in te di carne. Tu candido giglio, cui Dio volse lo sguardo prima d’ogni altra creatura. Nel calore del suo abbraccio ha fatto germogliare in te suo Figlio. Il tuo grembo esultò di gioia, quando la sinfonia celeste da te sgorgò, perché tu, o Vergine, portasti il Figlio di Dio. Come l’erba su cui ricade la rugiada infondendovi freschezza, così è accaduto in te, o Madre di tutte le gioie. Ora tutta la Chiesa risplenda di gioia e risuoni nell’armonia per la dolcissima Vergine Maria, degna di lode, Madre di Dio. Amen.
Intenzione del giorno
Preghiamo per i nostri governanti e amministratori, affinché sappiano fare scelte giuste e sagge a beneficio di tutti.
Don’t forget! …Ricorda!
30-03-1995: muore don Giovanni Pellegrinelli, prete del Patronato S. Vincenzo