Riflessione del giorno

Sabato 3 agosto 2024

By patronatoADM

August 03, 2024

 

XVII settimana T. Ordinario

 

Avvenne il 3 agosto…

1492 – Cristoforo Colombo salpa da Palos per il primo viaggio verso quelle che crede essere le Indie

1530 – Assedio di Firenze: Francesco Ferrucci è sconfitto nella battaglia di Gavinana dall’imperatore Carlo V d’Asburgo

1914 – Prima traversata del canale di Panama

1943 – Si conclude “Gomorrah” la serie di bombardamenti che distrusse più del 70% di Amburgo

1946 – Viene fondata la National Basketball Association (NBA).

 

Aforisma di Choderlos de Laclos

Il superfluo finisce per privare del necessario.

 

Preghiera dal salmo 68

Nel tempo della benevolenza, rispondimi Signore, perché so sono povero e sofferente: la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro. Loderò il nome di Dio con un canto, lo magnificherò con un ringraziamento. Vedano i poveri e si rallegrino; voi che cercate Dio, fatevi coraggio, perché il Signore ascolta i miseri e non disprezza i suoi che sono prigionieri. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Matteo 14,1-12

In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».

Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.

Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».

Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

 

Riflessione Mons. Ravasi

Teofilo, vescovo di Alessandria, andò in un monastero del deserto. I monaci lo festeggiarono e tutti avevano qualcosa da dirgli. Solo abbà Pambone taceva. I confratelli gli dissero: «Su, di’ qualcosa anche tu al nostro pastore così che la sua anima ne goda!». Pambone replicò: «Se il mio silenzio non gli dice niente, neppure le parole potrebbero giovargli».

Ci sono in italiano due proverbi antitetici. L’uno afferma che «chi tace acconsente» e l’altro controbatte che «chi tace non dice niente». Entrambi contengono un’anima di verità perché il silenzio è di sua natura ambiguo: spesso è solo taciturnità priva di pensieri, inerzia mentale e morale. Ma sappiamo anche che esistono silenzi che colpiscono più di una parola urlata.

È ciò che si vuol sottolineare in uno dei tanti apologhi dei cosiddetti “Padri del deserto” egiziano. Per cogliere il messaggio dell’uomo autenticamente silenzioso, per intuirne il rimprovero, bisogna essere capaci a propria volta di silenzio. Quel vescovo si lasciava cullare dalle acclamazioni dei monaci, dai loro convenevoli, dalle frasi di cortesia e forse di adulazione. Abbà Pambone non si accoda al coro e subito quel silenzio risulta più forte del chiacchiericcio.

C’è, dunque, da imparare anche il vero tacere, tutt’altro che facile quando ci si vuole far notare dagli altri. Il Salmista fa questo proposito: «Veglierò sulla mia condotta per non peccare con la mia lingua; porrò un freno alla mia bocca!» (39, 2). Esercizio importante ma arduo, perché «gli uomini – diceva il filosofo Spinoza – non governano nulla con maggior difficoltà che la lingua».

 

Intenzione di preghiera

Per gli haitiani da anni vittime delle bande criminali che imperversano nel paese, perché il Signore della pace e della giustizia conceda a questo popolo così tribolato un po’ di serenità e di pace.

 

Don’t Forget! Foto della settimana

Elezioni Farsa in Venezuela

Violente proteste a Caracas in Venezuela contro l’elezione di Maduro per il 3° mandato con il 51% dei voti: i sospetti e le accuse di pesanti brogli elettorali sono più che fondate, visto che alla coalizione dei partiti di opposizione era attribuita una schiacciante maggioranza (il 75% delle preferenze).

Molti paesi vicini non hanno riconosciuto la validità dei risultati a eccezione di Cuba, Bolivia, Nicaragua e Honduras e anche a livello internazionale solo Russia, Cina, Corea e pochi altri hanno appoggiato il leader e il suo governo chavista. Il Venezuela che era uno dei paesi più progrediti dell’America Latina, ora si trova in drammatiche condizioni sociali ed economiche.