A25-2/7/96-ROMA-SPR: OLIMPIADI, LA STORIA. Foto di archivio dei fratelli Abbagnale, dopo la conquista della seconda medaglia d'oro nel "due con" di canottaggio, alle olimpiadi di Seul nel 1988. SIF DEB/ANSA

Riflessione del giorno

sabato 3 ottobre ’15

By Patronato S. Vincenzo

October 02, 2015

 

 

 

Preghiera del giorno (preghiera di Isaia di Scete)

Signore Gesù Cristo, non farmi peccare contro di te, perché mi sono smarrito. Fa’ che non segua la mia volontà e vada in rovina coi miei peccati. Abbi compassione di me, non disprezzarmi perché sono debole, non abbandonarmi perché in te mi rifugio, guarisci l’anima mia perché ho peccato contro di te. Signore, salvami per la tua misericordia perché tu, Signore, sei potente in tutto e a te spetta la gloria, a Dio Padre e allo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.

S. DIONIGI L’AREOPAGITA Discepolo di S. Paolo

Dionigi viene citato da Luca come uno dei pochi ateniesi che seguirono Paolo dopo il discorso all’Areopago. Un altro Dionigi, vescovo di Corinto del II secolo, scrive che l’Areopagita fu il primo pastore di Atene. Fu, poi, confuso con l’omonimo proto vescovo martire di Parigi, la cui festa cade il 9 ottobre.

La Parola di Dio del giorno Luca 12,17-24

In quel tempo, i 72 tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome». Gesù disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».

Riflessione per il giorno Agenzia Aleteia (25 agosto 2015)

Nella base militare “El Goloso”, vicino a Madrid, tutti sono ancora commossi da quanto è accaduto il 30 luglio scorso: un incendio all’interno di questa sede della brigata di fanteria ha risparmiato lo spazio in cui si trovava una statua della Vergine Maria e i fiori che la ornavano. Tutta la vegetazione che circonda l’immagine è andata in fiamme, ma quando è stato spento il fuoco, favorito da un’intensa ondata di caldo, i militari hanno trovato la statua di Nostra Signora di Lourdes intatta e i fiori intorno».

Intenzione del giorno

Preghiamo per i missionari cattolici, religiosi, preti, suore e laici sparsi in tutto il mondo

Quadro della settimana 95° quadro Della serie: “I 1000 quadri più belli del mondo”

 

NICOLAS FROMENT (1430–1486): pittore francese che prima lavorò a Firenze e poi nella corte di Renato d’Angiò. Lo si ritroverà in attività dal 1468 ad Avignone dove fu tra i pittori più significativi della scuola locale, molto influenzato dalla scuola fiamminga. Il quadro di oggi è la parte centrale di un trittico che ai lati presenta i donatori: il re Renato d’Angiò e la moglie Jeanne de Laval coi loro santi protettori. Al centro c’è Mosè davanti al roveto ardente sulla cui sommità siede come in trono la Madre di Dio col Bambino. Mosè si toglie i sandali con la mano sinistra e alza la destra come a difendersi dalla visione. Attorno a lui c’è il gregge che Jetro, il suo suocero gli aveva affidato, col cane accucciato ai piedi, il tutto si trova immerso in un paesaggio di straordinaria bellezza che, ricchissimo di dettagli (lo stile fa pensare ai fiamminghi) si perde in lontananza. Accanto a Mosè, un angelo: è Uriele che significa “fiamma di Dio”. Uriele è il quarto degli angeli (con Michele, Raffaele, Gabriele) della tradizione biblica. Il medaglione sul petto raffigura Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso terrestre da un angelo (Uriele appunto) con la spada di fuoco. Uomo e angelo si trovano su un altura separata da una valletta dalla collina dove un boschetto di rovi fiorito e tutto fiammeggiante, accoglie la Vergine e il bambino.

Maria, vestita di nero e viola, colori di penitenza, è come il roveto che arde e non si consuma, madre senza perdere la verginità. Fra le sue braccia Gesù sorregge uno specchio: “Tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria” 2 Cor 3,18. Se il roveto fiammeggiante rivelava il misterioso volto di Dio a Mosè, la Vergine rivela il mistero di Gesù, Verbo fatto carne, immagine di Dio: “chi vede me, vede il Padre” Gv 12,44. Nel quadro sono molti i simbolismi più o meno evidenti che fan dialogare l’Antico col Nuovo Testamento e danno vita a un’opera mirabile…