Tempo di Natale
Avvenne il 4 gennaio…
1717 – Paesi Bassi, Regno di Gran Bretagna e Francia firmano la triplice alleanza contro la Spagna.
1944 – 1.a battaglia di Cassino con distruzione dell’abbazia da parte degli alleati.
2004 – Centro NASA di Pasadena: prime immagini dalla sonda spaziale Spirit, atterrata su Marte.
2006 – Ehud Olmert sostituisce il premier israeliano Ariel Sharon, non più in grado di governare.
2010 – Inaugurato il Burj Khalifa, a Dubai, il grattacielo più alto del mondo con 828 metri
Aforisma di Gandhi
“Sii tu il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”.
Preghiera
Dio onnipotente, il Salvatore che è venuto come luce nuova per la redenzione del mondo sorga per rinnovare sempre i nostri cuori. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Parola di Dio del giorno Giovanni 1,35-42
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?».
Gli risposero: «Rabbi – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.
Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
Riflessione del Card. Giacomo Biffi
La fede non è qualcosa che va contro l’evidenza, va oltre essa. L’evidenza ci sta dicendo, “C’è un altro paese. C’è qualcosa oltre la pura ragione” (Alister McGrath)
Intorno a noi un mondo ha scelto e sceglie consciamente di dimenticare Chi si festeggia. Vediamo la luce, ma non ne scorgiamo la fonte, illudendoci che tutto possa rimanere illuminato. Quando le tenebre caleranno ci meraviglieremo: come mai è diventato così buio? Cercheremo l’accendino nei cassetti, a tentoni, dimenticandoci che chi illumina non siamo noi.
Ecco, vi annunzio una grande gioia (Lc 2,10). Cosa c’è di più semplice e visibile di un bimbo che nasce? E cosa di più irragionevolmente evidente che è in Lui il senso del nostro esistere? Non siamo più soli: i compagni, gli amici, i parenti ci possono abbandonare.
Ma il Dio che ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio, unito personalmente per sempre alla nostra natura di creature fragili e dolenti, non ci abbandonerà mai alle nostre tristezze, alla nostra inquietudine, al nostro peccato. Questa è la buona notizia che oggi ci è data.
Intenzione di preghiera per la settimana
Preghiamo per le piccole comunità cristiane del medio Oriente che dimostrano una capacità di fedeltà e resistenza incredibili e in un ambiente spesso ostile danno la loro testimonianza.
Don’t Forget! Le più belle natività della storia dell’arte
MICHELANGELO MERISI (CARAVAGGIO):
NATIVITÀ CON SS. LORENZO e FRANCESCO D’ASSISI
1600 olio su tela cm 268 x 197 sottratto nel 1969 dall’Oratorio di S. Lorenzo, Palermo. Attualmente disperso.
Il pittore Michelangelo Merisi è nato a Milano il 29-9-1571 ed è morto a Porto Ercole, il 18-7-1610. L’opera che oggi presentiamo è stata rubata dalla mafia e mai più ritrovata.
Durante la peregrinazione siciliana Caravaggio realizzò per l’Oratorio della Compagnia di S. Lorenzo di Palermo la “Natività con i SS. Lorenzo e Francesco d’Assisi” opera che rivela ancora una volta la religiosità dell’artista intimamente legata al senso doloroso della vita. Il tema evangelico è riletto in modo originale dall’autore, che, infrangendo gli schemi iconografici tradizionali, assegna ai personaggi i tratti della gente semplice, con un’intensità espressiva unica. La tela racconta la nascita di Cristo con realismo autentico: i santi e le madonne del Caravaggio hanno infatti le fattezze degli emarginati, dei poveri da lui conosciuti nel suo peregrinare e fuggire in lungo e in largo per l’Italia.
Nella Natività palermitana ogni personaggio è colto in un atteggiamento spontaneo: S. Giuseppe, giovane rispetto all’iconografia tradizionale, volge le spalle allo spettatore, è avvolto in un manto verde e dialoga col pastore che si trova dietro la figura di Francesco d’Assisi. L’estemporanea presenza di S. Francesco è un tributo all’Oratorio, che all’epoca era passato alla Compagnia a lui devota costituitasi già nel 1564. La figura a sinistra è S. Lorenzo. La Madonna ha le sembianze di una donna comune, dal volto malinconico: forse già presagisce il destino del figlio, posto sopra un piccolo giaciglio di paglia.
Il bue è chiaramente visibile, mentre l’asino si intravede appena. Proprio sopra il Bambino c’è infine un angelo planante, simbolo della gloria divina che irrompe nell’evento illuminandolo. A conferire particolare drammaticità all’evento è il gioco di colori e luci che segna questa fase creativa del pittore. Con quest’opera Caravaggio si è conformato alle direttive della Controriforma uscite dal Concilio di Trento, che aveva assimilato mediante il neo-pauperismo di san Carlo Borromeo.
Contro le eresie luterane, la povertà e la semplicità non sono più proposte come due pesti da evitare, ma come due opportunità di riscatto dal peccato per la vita eterna.