Riflessione del giorno

sabato 6 febbraio ’21

By Patronato S. Vincenzo

February 05, 2021

 

 

 

nell’immagine una fotografia di Erik Johansson – artista e fotografo svedese

 

 

IV Settimana T. Ordinario

 

 

Proverbio del giorno Cambogia-Thailandia

“Se porterai pazienza in un momento di rabbia, ti risparmierai 100 giorni di lacrime”.

 

Iniziamo la Giornata Pregando (S. Macario il Grande «Preghiere»)

Signore a Te ricorro al mio risveglio: assistimi in ogni tempo e in ogni cosa; preservami da ogni seduzione mondana, da ogni influenza del demonio; salvami e introducimi nel tuo Regno eterno. Tu sei infatti il mio Creatore, fonte e dispensatore di ogni bene: in te riposa tutta la mia speranza, e io ti rendo gloria. Amen.

 

RABANO MAURO

protagonista della cultura carolingia, nacque a Magonza, in Germania nel 780, e studiò nella celebre scuola del monastero benedettino di Fulda. Si recò poi a Tours, dove gli fu maestro Alcuino. Ritornato all’abbazia di Fulda, ne divenne la guida e la portò al massimo splendore. Nell’847 diventò arcivescovo di Magonza fino alla morte, avvenuta nell’856. Noto come «Magister Germaniae», è considerato il teologo occidentale più erudito del suo tempo. Fine poeta, è autore del «De laudibus sanctae Crucis» e alcuni gli attribuiscono anche l’inno «Veni creator»

 

La Parola di Dio del giorno (Marco 6,30-34)

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

 

Riflessione del giorno (Mons. Galantino: Abitare le parole)

EMERGENZA. Da anni si parla di emergenza di ogni campo: traffico, immigrati, casa, salute, rifiuti, occupazione, educazione…Sembra scomparsa la capacità di distinguere tra ciò che ha i caratteri dell’emergenza e i problemi gravi ma gestibili con l’impegno di ognuno e l’investimento di risorse adeguate. Tutto, con la complicità del mondo mediatico e politico, si presenta o viene presentato come emergenza, intesa come momento particolarmente critico, bisognoso di interventi immediati, di commissari straordinari e risolutivi. Ci conferma il pericolo di confusione l’origine etimologica della parola emergenza, che va trovata nel verbo latino emergere – composto da ex (fuori) e mergere (affondare) – col significato di venire a galla, innalzarsi, sorgere, mettersi in luce e riferito alla realtà complessiva e quindi a fenomeni naturali, sociali o psicologici. Significato che restituisce alla parola emergenza un significato più ampio, riscattandola dal pericolo di essere ridotta a cliché poco nobile sulla bocca dell’imbonitore di turno o di mercanti della paura, sempre pronti a costruire le loro fortune su disastri reali e su emergenze presunte. Un esempio è il saggio Emergenza del filosofo M. Ferraris. Qui l’emergenza è vista come un appello a considerare chi siamo davvero noi e quale deve essere il nostro rapporto con la realtà. Quando l’emergenza si trasforma in stress personale o collettivo, vuol dire che abbiamo dimenticato che la realtà non coincide con il nostro pensiero, che non tutto dipende da noi e che noi siamo parte del mondo e non padroni di esso. Le emergenze sono segnali di qualcosa di nuovo o di diverso che cerca di farsi strada e domanda accoglienza o comunque risposte da parte nostra. Le emergenze sono segnali che richiamano i più disponibili a riconoscere il recupero di un sano realismo, fatto di umiltà, di resilienza e di coraggiosa responsabilità.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo perché cessino i massacri di persone innocenti in Etiopia e in tutto il mondo.

 

Don’t forget!

3 febbraio 2021 Mosca, Russia

ALEXEI NAVALNY, il più importante oppositore del presidente russo Vladimir Putin, durante l’udienza in cui è stato condannato a 3 anni e mezzo di carcere con l’accusa di avere violato la libertà vigilata decisa a seguito di una precedente condanna.

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