31. a settimana tempo ordinario
Avvenne l’8 novembre…
1519 – Hernán Cortés entra a Tenochtitlán (odierna Città del Messico) e il re Azteco Montezuma lo accoglie come se fosse una divinità
1793 – Il governo rivoluzionario francese apre il palazzo del Louvre al pubblico come museo.
1895 – Wilhelm Conrad Röntgen, durante alcuni esperimenti sull’elettricità, scopre i raggi X.
1864 – Abraham Lincoln rieletto presidente USA con schiacciante vittoria su George McClellan
1926 – Antonio Gramsci è arrestato dai fascisti e nella prigionia scriverà i Quaderni del carcere.
1934 – L’Accademia di Svezia assegna il Premio Nobel per la letteratura a Luigi Pirandello
1960 – John F. Kennedy viene eletto e diventa a 43 anni il più giovane presidente degli Stati Uniti
Aforisma di Karl Kraus
“Non c’è dubbio che il cane sia fedele. Dobbiamo, per questo, prenderlo a esempio? In fondo è fedele all’uomo, non al cane.”
Preghiera Colletta
Dio onnipotente e misericordioso, tu solo puoi dare ai tuoi fedeli il dono di servirti in modo lodevole e degno; fa’ che corriamo senza ostacoli verso i beni da te promessi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen.
Santi del giorno
Parola di Dio del giorno luca 16,9-15
Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera?
E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».
Riflessione di don Arturo Bellini su don Bepo
«Nel Paradiso ti portino gli Angeli. Al tuo arrivo ti prendano nel loro abbraccio i martiri e ti conducano al posto a te assegnato nella Santa città di Gerusalemme». Don Giuseppe Vavassori (omelia al funerale di don Pietro Pansera).
Quando si congeda la salma al termine della messa dei morti e si accompagna alla sepoltura, il sacerdote innalza preghiere che parlano della presenza degli angeli e dei santi. Don Bepo con il richiamo a questa antifona conclude l’omelia per il condiscepolo don Pietro Pansera. Gli angeli e i santi che guidano l’anima fino alla Città del cielo ci ricordano il legame che intercorre fra la concezione dell’aldilà, il culto dei santi e il valore delle nostre relazioni e delle nostre scelte di vita. Siamo stati creati per essere in relazione con Dio e gli uni con gli altri. Tutti siamo mendicanti, bisognosi di Dio e dei fratelli.
Questo canto mi è affiorato al cuore quando don Davide ha raccontato una vicenda umana che mette in gioco la fede che si fa attenzione, accoglienza e accompagnamento verso l’approdo finale della nostra vita: il Cielo. Il fatto: Amaefula Ifeany morto nell’ottobre 2018 nel vercellese dopo essersi lanciato dal treno per motivi inspiegabili, rimase nelle celle frigorifere per alcuni mesi, ostaggio della politica e della burocrazia, finché il Sindaco di Bergamo (il giovane infatti risiedeva al Patronato), venuto a conoscenza dell’impasse burocratico, è intervenuto facendosi carico delle onoranze funebri e della sepoltura e sbloccando rapidamente una situazione dai contorni paradossali. «È stato questo – ha commentato don Davide – il regalo in assoluto più grande fatto dal Comune di Bergamo al Patronato: dare a un immigrato degna sepoltura».
Così a 100 giorni dalla morte, il 2 febbraio 2019, si sono potuti celebrare i funerali che hanno sorpreso tutti. «La chiesa – ha raccontato don Davide – si è riempita di gente: non solo di africani, anche di italiani commossi dalla vicenda; non solo cattolici, anche evangelici e persino musulmani. Non solo il prete italiano, anche uno africano e un pastore evangelico…E quando il coro ha intonato i canti, la chiesa è come “esplosa” in un inno di lode a Dio, di dolore per il defunto, di amore alla vita, di solidarietà verso gli ultimi e i piccoli». Durante il funerale il Superiore del Patronato chiese alla propria madre – che era morta esattamente lo stesso giorno e alla stessa ora alla stessa ora dieci anni prima – di accompagnare il giovane africano in alto, molto in alto.
E si sentì ascoltato quando giunto al cimitero, Ifeany fu collocato nel loculo più in alto. Non solo, ebbe anche la sorpresa di leggere, nel loculo più basso, un nome familiare: “Rota Caterina”, lo stesso nome di sua madre sepolta nel cimitero di Ubiale. Una semplice casualità? No. Un segno che i nostri morti sono vivi e pregano per noi. Un segno che Dio si compiace di chi si prende cura degli scartati dalla società opulenta del nostro occidente. «Ifeanyi, questo nigeriano trentatreenne gentile e taciturno, che passava ore pregando e studiando, che scriveva libri sull’amore di Dio e nascondeva il suo dolore dietro un sorriso, ci ha detto che un mondo diverso è possibile, ma che a costruirlo saranno i tanti Ifeani della storia che in vita e in morte non interessano a nessuno. Ma interessano molto a Dio”.
Intenzione di preghiera
Perché in questo mese di novembre manteniamo vivo il dovere della memoria e della riconoscenza nei confronti dei nostri defunti e si impegniamo a meditare sulla nostra morte.
Don’t Forget! Foto della settimana
ROMA – CITTÀ DEL VATICANO 6-11-2025
Papa Leone XIV col presidente palestinese Mahmoud Abbas
VATICAN MEDIA / LA PRESSE