Iniziamo la giornata Pregando (preghiera di s. Brigida di Svezia)
“O Signore mio Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, accetta questa preghiera con lo stesso immenso amore col quale sopportasti tutte le piaghe del tuo Santissimo Corpo; abbi di me misericordia e a tutti i fedeli vivi e defunti, concedi la tua misericordia, la tua grazia, la remissione di tutte le colpe e pene e la vita eterna. Amen”
Brigida di Svezia
Compatrona d’Europa, venerata per le sue «Rivelazioni», nacque nel 1303 nel castello di Finsta (Svezia), dove visse con i genitori fino a 12 anni. Sposò Ulf, governatore dell’Östergötland, dal quale ebbe otto figli. Cristo le avrebbe affidato il compito di fondare un nuovo ordine monastico, perciò nel 1349 lasciò la Svezia per recarsi a Roma e ottenere un anno giubilare e l’approvazione per il suo ordine. Rimase a Roma fino alla sua morte avvenuta nel 1373.
Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno Giovanni 15,1-8
Disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
La riflessione del giorno (frammenti di vita)
“Andiamo, non perdiamo altro tempo…” fa lui, bergamasco di poche parole e di molto cuore, ai tre giovani africani che, scherzando e ridendo, la tirano per le lunghe. Li attende il lavoro di trasporto della legna, dal bosco fino al camioncino a fine strada: sono poche centinaia di metri e il lavoro è sicuro e nemmeno troppo impegnativo. Sono due o tre ore di fatica, il pranzo e una buona mancia, ma uno declina l’invito: “Oggi mi sento poco bene – fa nel suo scarso italiano- e preferisco rimanere a casa…”. Conosco il tipo: di notte fa le ore piccole e di giorno bisogna buttarlo fuori dal letto; schizzinoso, non si lascia mancare niente e nessuno sa come si procuri da campare. Per questo si era pensato a lui per il lavoro. “Cosa ti senti?”. “Mi fanno male le gambe e i muscoli delle braccia e ho dolori dappertutto”. “Guarda che questi dolori non indicano che ti stai ammalando, ma guarendo. E dal più insidioso dei mali cioè l’ozio”. “Cosa vuol dire “ozio”?” chiede stupito. “Vuol dire che sei un lazy boy (lazzarone). Did you understand?”.
Intenzione del giorno
Preghiamo per chi non ha più casa, lavoro, affetti, salute, prospettive di futuro…