Iniziamo la Giornata Pregando
O Signore Gesù, insegnaci a portare la nostra croce ogni giorno e a seguirti, con volontà generosa di riparare i nostri peccati e quelli dell’umanità. Tu che ci hai salvato, rendici salvatori dei nostri fratelli: come tu hai dato la vita per noi, così fa’ che doniamo la vita per gli altri. Rendici gioiosi testimoni della tua risurrezione, e mantieni viva in noi la speranza della gioia che hai promesso ai tuoi fedeli, o Cristo Gesù, Nostro Signore. Amen
Pasquale Baylon
Nacque nel 1540 in Aragona. Di umili origini, sin da piccolo venne avviato al pascolo delle greggi: durante il lavoro si isolava per pregare. A 18 anni chiese di essere ammesso tra i francescani: respinto, non si perse d’animo e fu ammesso al noviziato nel 1564. L’anno dopo, fece la professione come fratello laico non sentendosi degno del sacerdozio. Vita caratterizzata da profondo amore per l’Eucaristia la sua, che gli valse il titolo di «teologo dell’Eucaristia». Morì nel convento di Villa Real, presso Valencia nel 1592.
La Parola di Dio del giorno (Mc 9,30-37)
Gesù e i suoi discepoli, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà». Essi però non compren-devano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni. Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo lungo la via?». Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: «Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
La Riflessione Per Il Giorno – Riflessione sulla FIDUCIA 1.a parte
Che la fiducia non abbia mai goduto di buona fama, è evidente, se la sapienza popolare ha coniato il detto: “Fidarsi è bene; non fidarsi è meglio”. Ma che oggi la mancanza di fiducia stia diventando patologica, lo conferma il dilagare delle telecamere e degli infiniti altri mezzi di controllo della realtà, la crescente diffidenza nei confronti dell’altro, il culto ossessivo della privacy, la difesa accanita del proprio spazio vitale…E’ come se la gente non capisse o non volesse più capire più una verità così evidente da essere elementare e cioè che è la fiducia è la condizione per una vita generosa e serena; che senza personale e reciproca fiducia sarebbe impossibile agli uomini di comunicare, collaborare, interagire tra di loro…in una parola di vivere. Che è la fiducia (fede) in Dio buono e provvidente la garanzia della sostanziale bontà del mondo: “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona” (Gen 1,31). Che dire “Mi fido di te” significa vedere l’altro come buono, rinunciando a esigere troppe prove o garanzie, accettando il rischio di dirgli, ma anche di sentirsi dire le più belle parole del mondo: “Ti voglio bene, ti amo”.
L’intenzione del giorno
Per gli incaricati della stampa e della comunicazione: siano al servizio della verità e giustizia