Riflessione del giorno

Venerdì 1 marzo 2024

By patronatoADM

February 29, 2024

 

II Settimana di Quaresima

 

Avvenne il 1° marzo…

222 a.C. – Marco C. Marcello sconfigge i Galli Insubri, uccidendo in duello il loro capo Viridomaro

1444 – Giorgio Castriota Scanderbeg è proclamato capo della resistenza albanese all’Impero ottomano

1961 – Viene costituita la pattuglia acrobatica dell’Aeronautica Militare Italiana, le Frecce Tricolori.

1966 – La sonda spaziale sovietica Venera 3, schiantandosi su Venere è il primo veicolo a raggiungere la superficie di un altro pianeta.

1999 – Entra in atto la Convenzione per la proibizione delle mine anti-uomo

 

Aforisma di s. Serafino di Sarov

Se volete la pace cercate sempre ciò che è essenziale.

 

Preghiera

Dio onnipotente e misericordioso, donaci di essere intimamente purificati dall’impegno penitenziale della Quaresima per giungere alla Pasqua con spirito rinnovato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Luca 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto.

Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».

Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

 

Riflessione don Bepo commentato da don Arturo Bellini

Per favorire le vocazioni occorre pregare e mettersi in ascolto di Dio che si rivolge a noi non solo con la sua Parola, ma anche attraverso volti, relazioni, luoghi, eventi.  Ed è indispensabile la testimonianza della comunità.  Un proverbio africano dice che per educare un bambino serve un intero villaggio. 

Ma la comunità va edificata. Lo ha ribadito qualche tempo fa il Papa ricordando che per favorire le vocazioni occorre aver cura del mosaico della comunità. Come cristiani, siamo non solo interpellati ognuno personalmente da una vocazione, ma anche con-vocati. Siamo cioè come le tessere di un mosaico, belle se prese ad una ad una, ma solo quando sono insieme compongono un’immagine.

Brilliamo, ciascuno e ciascuna, come una stella nel cuore di Dio e nel firmamento dell’universo, ma solo insieme componiamo costellazioni che orientano e rischiarano il cammino dell’umanità.  Questo è il mistero della Chiesa che la impegna a camminare unita nell’armonia delle diversità, in cui tutti hanno un loro apporto da dare e possono partecipare attivamente.

 

Intenzione di Preghiera

Preghiamo per tutti coloro che si sono affidati alle nostre preghiere e ci hanno chiesto un ricordo.

 

Don’t Forget! Santi della Carità

Beato Carlo il Buono

1084-1127

Il principe e martire Carlo il Buono era il 4° figlio del re danese S. Canuto IV, anch’egli martire, e di Adele di Fiandra. Carlo aveva solo 5 anni alla morte del padre, così fu condotto a Bruges alla corte del nonno materno, il conte delle Fiandre dove fu allevato e creato cavaliere. In seguito partì per la Terra Santa con lo zio Roberto di Gerusalemme e prese parte alle imprese dei crociati; pur ferito poté fare ritorno in Europa. Alla morte di suo cugino Baldovino della Hache che non aveva eredi la contea fu lasciata a Carlo e gli fu data in sposa Margherita, figlia del conte di Clermont Renato, che gli portò in dote la contea di Amiens.

La dolcezza e l’equità che lo contraddistinsero fecero sì che, al momento della sua ascesa al trono, nel 1119, Carlo fosse già considerato come un padre e un protettore. Ma la contessa Clemenza, madre del defunto conte Baldovino, organizzò una lega di principi che fecero guerra al giovane Carlo il quale riuscì a trionfare sui nemici. Messe da parte le guerre che avevano rattristato l’inizio del suo regno, Carlo proclamò la “tregua di Dio” che vietava ai suoi sudditi l’uso delle armi per porre fine alle frequenti risse.

Semplice e modesto, praticava un’austerità tipica dei religiosi. Nemico del fasto, ridusse i dipendenti per diminuire le imposte del popolo ed aumentò lo stipendio ai propri fattori. Pieno di sollecitudine verso i poveri, arrivava addirittura di privarsi dei vestiti per donarli loro e restava a piedi nudi in segno di devozione nel compiere i suoi atti di carità. Stabilì che i condannati a morte dovessero confessarsi e ricevere la comunione il giorno precedente l’esecuzione. Nel 1125 una terribile carestia si abbatté su Fiandre e Piccardia: fu per Carlo l’occasione di manifestare la sua sollecitudine e carità.

Ogni giorno provvedeva a sfamare cento poveri a Bruges e volle che ciò accadesse in ciascuno dei suoi castelli. Sempre ogni giorno era solito provvedere a vestire 5 poveri. Avrebbe potuto diventare imperatore, ma preferì consacrarsi totalmente al bene delle Fiandre. Ma non tutti vedevano di buon occhio il suo operato e non appena si verificò l’ennesima lite tra uomini d’arme, egli fece di tutto per giungere a una soluzione pacifica, escludendo il ricorso alle armi.

Ma un gruppo di congiurati il 2 marzo 1127, dopo che il conte come sempre si era prodigato nell’assistenza ai bisognosi e si era recato per la Messa nella chiesa di Saint-Donatien, portarono a compimento il loro piano, procurando a Carlo la corona del martirio. Dovettero passare molti anni prima che nel 1882 il Papa Leone XIII gli conferisse il titolo di Beato.