Riflessione del giorno

venerdì 10 luglio ’20

By Patronato S. Vincenzo

July 09, 2020

 

 

 nell’immagine un dipinto di Tsuguharu Foujita

 

 

XIV Settimana tempo Ordinario

 

Proverbio del giorno (Arabia)

Fate con i complimenti che ricevete come si fa con i profumi: odorateli ma non inghiottiteli.

 

Iniziamo la giornata Pregando

Rufina e Seconda

Condannate dal prefetto Giunio Donato, furono martirizzate a Roma lungo la via Cornelia. La tradizione le vuole sorelle che, fidanzate a due giovani cristiani divenuti apostati, si votarono alla verginità. Non essendo riusciti a indurle all’apostasia e al matrimonio, i giovani le denunciarono. Col loro esempio ci ricordano che in una società multi-religiosa come quella verso cui ci stiamo incamminando, le ragioni della fede sono superiori a quelle del cuore.

 

La Parola di Dio del giorno Matteo 10,16-23.

Disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo»

 

La riflessione del giorno (Frammento di vita)

“Devo andare a Roma all’ambasciata del mio paese per rinnovare il passaporto, ma non ho i soldi…”. Il suo racconto è così paradossale che fatico a credere a quel che sento: vuol fare un nuovo passaporto perché il vecchio contiene “alcune imprecisioni”. “E sarebbero?” chiedo. Come a uno tardo di comprendonio, ripete con pazienza: “I funzionari hanno sbagliato il mio nome”. “Solo il nome?”. “Anche il “surname” è inesatto”. E’ vero: pure il cognome è diverso. Non è finita: “Riguardo alla data di nascita poi c’è un piccolo errore”. Chiamalo piccolo: sarebbe nato 10 anni prima! “E il luogo di nascita è inesatto: hanno confuso due regioni vicine”. Parla senza imbarazzo, come se fosse la cosa più normale del mondo. Insomma gli unici dati certi riguardano il colore (nero) e il sesso (maschile): su tutto il resto la situazione è fluida, in via di definizione. Non è nostro ospite, così gli do qualcosa e lo lascio andare. Intanto mi vien da pensare che alcuni interpretano la loro vita come il gioco del telefono senza fili dove i bambini si passano la parola segreta l’uno all’orecchio dell’altro. In questo gioco il risultato finale non coincide quasi mai con la parola iniziale. Come lui che a 30 anni non sa ancora chi è, ma forse sa chi vorrebbe essere…e su questo è meglio non indagare troppo!

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per le migliaia di ragazzi che partecipano ai Cre e per i loro educatori.

 

«Mio papà c’era sempre per tutti»: sono le sole parole che Luca Pezzotta riesce a pronunciare, la voce spezzata dalla commozione. Il padre Giuseppe (Bepi) se ne è andato in pochi giorni dopo il ricovero all’ospedale di Alzano, vittima del virus. Bepi Pezzotta, classe 1939, era figura notissima a Nembro come presidente della Fondazione Rsa Casa Riposo Nembro Onlus. «Abitava ad Alzano – ricorda Luca – ma era sempre a Nembro». Per gli ospiti era presenza familiare: «Li conosceva tutti – ricorda il sindaco di Nembro, Claudio Cancelli – si intratteneva con loro. Girava per tutte le stanze e i reparti. Era presidente da anni, ma prima era stato nel C.d.A. Era abile nel ruolo manageriale che ricopriva, ma sapeva curare le relazioni. Una dote rara». Pezzotta, con un lungo passato da sindacalista, si era impegnato per migliorare la struttura, implementare i servizi, convinto di dover salvaguardare la qualità di vita della parte più fragile della popolazione. Negli ultimi anni si era dedicato al progetto di ristrutturazione della casa di riposo, della realizzazione del Centro diurno per anziani affetti da patologie come demenza e Alzheimer, inaugurato nel dicembre scorso. «Aveva costruito una solida collaborazione con il Servizio sociale – continua Cancelli – avviando il progetto del Centro servizi all’interno della Rsa». «Per me e la mia famiglia era un amico – dice Elena Carnevali, parlamentare Pd -. È una grande perdita. Era innovatore. Lo ricordo come coordinatore delle case di riposo laiche; capace di accogliere nuove sfide e di assumersene le responsabilità, animato da un profondo senso di giustizia sociale. Era dotato di grande energia. Nella sua personalità erano in apparenza in contraddizione il carattere della mitezza e della semplicità, con lo straordinario bagaglio umano e culturale. Con lui le discussioni politiche erano sempre vivaci e ricche. Con la perdita di persone come Bepi siamo privati di pezzi di storia, di figure storiche di riferimento».