Riflessione del giorno

venerdì 16 ottobre ’20

By Patronato S. Vincenzo

October 15, 2020

 

 

 

 nell’immagine un dipinto di Alex Colville 

 

 

XXVIII Settimana tempo Ordinario

 

Proverbio – Tanzania

Un visitatore prudente e accorto apre gli occhi, ma non la bocca.

 

Iniziamo la Giornata pregando

O Dio onnipotente e misericordioso, ristoro nella fatica, sostegno nel dolore, conforto nel pianto, ascolta la preghiera, che coscienti delle nostre colpe, rivolgiamo a te: salvaci dalle angustie presenti e donaci un sicuro rifugio nella tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Edvige

Nata nel 1174 in Baviera, la condizione nobile non le vietò di vivere la fede e la carità verso gli ultimi. Provata da sventure familiari e rivalità tra i due figli, mostrò mitezza e saggezza che applicò a corte e nella politica estera. Quando il marito fu fatto prigioniero di guerra ne ottenne la liberazione. Si adoperò per migliorare le condizioni di vita dei carcerati e usò gran parte delle sue rendite per i poveri. Praticò austerità e mortificazione. Morì nel 1243, subito venerata come santa.

 

La Parola di Dio del giorno Luca 12,1-7.

In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».

 

Riflessione Per Il Giorno (Girard, Renè Antropologo e Critico letterario)

“L’azione del cristianesimo nel nostro mondo ha creato una società che non è comparabile a nessun’altra, e questa tendenza oggi ha unificato il mondo. Per quanto si esaminino le testimonianze antiche e si facciano inchieste non si troverà nulla che assomigli anche solo da lontano alla preoccupazione moderna per le vittime. Né la Cina dei mandarini, né il Giappone dei samurai, né le Indie, né le civiltà precolombiane, né la Grecia classica, né la Roma della repubblica o dell’impero si curavano minimamente delle vittime che, con mano generosa, sacrificavano ai loro dei, all’onore della patria, all’ambizione di grandi o piccoli conquistatori. Ormai per sfuggire davvero al Cristianesimo, il nostro mondo dovrebbe rinunciare del tutto alla sensibilità per le vittime ed è appunto quello che Nietzsche e il nazismo avevano compreso e purtroppo hanno cercato di realizzare”.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo perché abbia fine il conflitto tra Armenia e Azerbaigian.

 

Don’t forget! 

GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE

 

 

STORIA DEI MARTIRI  1° cap: STEFANO E LA PRIMA PERSECUZIONE

Nell’ambito del cristianesimo il martirio contrassegna nel profondo la fede dei credenti in Cristo Gesù la cui vita, pensiero e opere è segnata dall’esperienza del martirio e della croce: Tota vita Christi crux fuit et martyrium. Di conseguenza il martirio nel cristianesimo, è la condizione che il seguace (martire, dal greco ΜΆΡΤΥΣ = «testimone») subisce per difendere la sua fede in Cristo o per difendere la vita di altri cristiani. Come testimonianza suprema di fede però il martirio non viene cercato in se stesso come valore, ma accettato come segno di fedeltà a Dio e di amore al prossimo: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (e nemici!)” Gv 15. “Sii fedele (a Dio) fino alla morte e ti darò la corona della vita” Ap. 2. Perché questo? Perché “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” Gv 3,16.  Il primo martire è Gesù stesso, il Figlio di Dio che testimonia la fedeltà al Padre e l’amore per i fratelli morendo in croce. Ogni venerdì questo blog presenterà uno o più esempi di martirio cominciando dal primo martire (=protomartire) dopo Gesù: S. Stefano il cui martirio scatenò la persecuzione. Fino ad allora infatti c’era stato tutt’al più qualche problema di rapporto fra cristiani ed ebrei, minaccia o ammonizioni da parte delle autorità, ma nel 36, sei anni dopo la pasqua di Gesù avviene qualcosa di decisivo: le autorità organizzano una autentica e sistematica persecuzione anti-cristiana e tutti, ad eccezione degli apostoli, vengono dispersi nelle regioni di Giudea e Samaria. Resta il gruppo dei dodici, ma il grosso della comunità cristiana è allontanato da Gerusalemme e viene disperso nelle regioni della Giudea e della Samaria. Paradossalmente la persecuzione provoca la diffusione della fede cristiana oltre l’ambito ristretto della città di Gerusalemme e i primi passi di quella che diventerà la missione universale della Chiesa. Con questa indicazione Luca richiama il lettore quel che Gesù aveva detto ossia che i discepoli sarebbero stati suoi testimoni fino agli estremi confini della terra.