Riflessione del giorno

Venerdì 18 luglio 2025

By Patronato S. Vincenzo

July 17, 2025

 

15. settimana tempo ordinario

 

Avvenne il 18 luglio…

387 a.C. – Sacco di Roma: i Galli Senoni comandati da Brenno saccheggiano l’Urbe

1620 – Nel corso della notte i cattolici, aizzati da fanatici predicatori, attaccano e uccidono tutti i protestanti della Valtellina. L’evento passa alla storia con il nome di sacro macello.

1925 – Adolf Hitler pubblica il Mein Kampf.

1994 – A Buenos Aires, un’esplosione distrugge un edificio che ospitava organizzazioni ebraiche, uccidendo 96 persone e ferendone molte altre

1995 – Il vulcano Soufrière, sull’isola di Montserrat, inizia a eruttare. Nel corso di diversi anni devasterà l’isola, distruggendo la capitale e costringendo gran parte della popolazione a emigrare.

 

Aforisma di S. Ambrogio

“Non sono da annoverare tra i discepoli di Cristo coloro i quali pensano che la durezza sia da preferire alla dolcezza, la superbia all’umiltà e che, mentre invocano per sé la divina pietà, la negano agli altri”.

 

Santo del giorno

 

Preghiera Colletta

O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Parola di dio Matteo 12,1-8

In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato».

Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti.

O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

 

Riflessione di don Arturo Bellini su don Bepo

«Ogni domenica ha luogo la dottrina: per il dovere di santificare la festa; per una preziosa e vitale istruzione cristiana; dove si dimentica Dio, si adora la creatura». Don Giuseppe Vavassori.

«Dove si dimentica Dio, si adora la creatura», lo scrive don Bepo Fondatore del Patronato S. V. In una omelia del 2012, papa Benedetto si è rivolto ai fedeli così: «Se la luce di Dio si spegne, si spegne anche la dignità divina dell’uomo. Allora egli non è più l’immagine di Dio che dobbiamo onorare in ciascuno, nel debole, nello straniero, nel povero. Allora non siamo più tutti fratelli e sorelle, figli dell’unico Padre in vicendevole correlazione; ma ci troviamo in un clima di violenza arrogante che schiaccia l’uomo, come accaduto nel secolo scorso e come sta avvenendo nelle guerre militari e commerciali oggi in atto.

Solo se la luce di Dio brilla sull’uomo allora si capisce che ogni esser umano è voluto, conosciuto e amato da Dio, ed è portatore di una dignità è inviolabile.  Nel corso dei secoli, non sono mancate cattivi comportamenti anche da parte di cristiani…ma occorre riconoscere che dalla fede in quel Dio che si è fatto uomo, sono venute sempre forze straordinarie di riconciliazione e di bontà. Nel buio del peccato e della violenza, dei lager e dei gulag, la fede ha inserito un raggio luminoso di pace e di bontà che continua a brillare.

Chi pensa di farsi da sé e dimentica Dio, con la sua gratuità, dimentica la realtà fondamentale della vita: che il bene viene dalla benedizione di Dio, dal suo dono gratuito. Quando si scorda questo, si finisce per vivere la propria condizione e il proprio limite non più con il sostegno di sentirsi amati e salvati, ma con l’illusione di non aver bisogno né di amore, né di salvezza.

Si smette di lasciarsi voler bene e ci si ritrova prigionieri delle proprie passioni e della propria ideologia. La dimenticanza di Dio ci toglie la pace, ci fa sentire senza pace. Sotto il sole di Dio, invece, s’impara ad accogliere il Suo domani, vivendo il presente in un cammino sempre nuovo, motivato e sostenuto dalla speranza.

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo perché impariamo a mantenere nei confronti di Dio un atteggiamento umile e fiducioso che ci permetta di non giudicare né Lui, né il prossimo e neppure noi stessi, ma lasciare ogni giudizio nelle mani di Dio.

 

Don’t forget! INFERNO 4° CANTO Vv. 121-151

Nella 2.a parte del canto 4° dell’Inferno è descritto il CASTELLO DEGLI «SPIRITI MAGNI» cioè la dimora dei pagani virtuosi che si sono distinti per meriti letterari, militari, morali o scientifici, e che godono di maggior considerazione rispetto alle altre anime. Il luogo in cui essi risiedono è un nobile castello che li tiene separati dalle altre anime del Limbo e che rappresenta l’unico punto luminoso nell’oscurità del I Cerchio; all’interno vi è un giardino la cui descrizione ricorda molto il locus amoenus, nonché i Campi Elisi dell’Eneide.

 

 

Tra questi Dante cita personaggi del mito classico, sia del ciclo troiano sia di quello latino e dell’antica storia romana:  Dante scorge ELETTRA (progenitrice della stirpe troiana), ETTORE (eroe dell’Iliade, figlio di Priamo re di Troia), ENEA (protagonista dell’Eneide), CESARE (Giulio Cesare), CAMILLA (vergine guerriera), PENTESILEA (regina delle Amazzoni), il re LATINO e sua figlia  LAVINIA, LUCIO BRUTO (fondatore della repubblica di Roma), LUCREZIA (matrona romana suicida dopo uno stupro), GIULIA (figlia di Cesare), MARZIA (moglie di Catone Uticense), CORNELIA (madre dei Gracchi), il SALADINO. C’è anche un gruppo di filosofi, tra cui ARISTOTELE, SOCRATE, PLATONE, DEMOCRITO, DIOGENE, ANASSAGORA, TALETE, EMPEDOCLE, ERACLITO, ZENONE, DIOSCORIDE. Non mancano poeti (ORFEO e LINO) nonché scrittori: CICERONE e SENECA, EUCLIDE, TOLOMEO, IPPOCRATE, GALENO, AVICENNA e AVERROÈ (questi ultimi arabi musulmani). È probabile, anche se Dante non lo afferma in modo esplicito, che fra gli spiriti magni vadano inclusi anche i quattro poeti che lui e Virgilio incontrano al loro ingresso nel Limbo, ovvero OMERO, ORAZIO, OVIDIO e LUCANO.