20.a Settimana Tempo Ordinario
Proverbio del giorno (Congo)
Il leopardo non ha mai bisogno di proclamare la sua leopardità.
Preghiera del giorno di S. Gregorio di Nazianzo
E’ tempo, anima mia, è già tempo se vuoi conoscere te stessa, il tuo essere ed il tuo destino, donde vieni e dove è giusto che tu riposi, se vita è quella che vivi o se aspetti di meglio.
Mettiti all’opera, anima mia, bisogna che tu purifichi la tua vita così:cerca Dio ed i suoi misteri, quel che c’era prima di questo universoe che cosa è quest’universo per te, donde viene e quale è il suo destino.
Mettiti all’opera, anima mia, tempo è che tu purifichi la tua vita. Amen.
Santo del giorno
SAN BERNARDO DI CHIARAVALLE Abate e dottore della Chiesa (Digione 1090 – Clairvaux 1153) Bernardo, dopo Roberto, Alberico e Stefano, fu padre dell’Ordine Cistercense.
L’obbedienza e il bene della Chiesa lo spinsero spesso a lasciare la quiete monastica per dedicarsi alle più gravi questioni politico-religiose del tempo.
Maestro di guida spirituale ed educatore di generazioni dei santi, lascia nei suoi sermoni sulla Bibbia e la liturgia un eccezionale documento di teologia monastica tendente all’esperienza del mistero.
Ispirò un devoto affetto all’umanità di Cristo e alla Vergine Madre.
Parola di Dio del Giorno Matteo 22,34-40
I farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento.
Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Riflessione del giorno
Afghanistan: il fallimento dell’impero USA. di Sebastiano Caputo
In molti lo avevano previsto, ma nessuno credeva che la presa di Kabul da parte dei talebani sarebbe stata così veloce. I report delle intelligence occidentali avevano ipotizzato sei mesi ne sono trascorsi solo tre.
L’avanzata “degli studenti”, dalle province alla capitale, è stata fulminea. Ma il presidente Biden (che quei report li conosceva bene) spiegava che il ritorno dei talebani non era un processo ineluttabile: “i 300mila soldati afghani sono ben addestrati come qualsiasi esercito al mondo e posseggono una forza aerea contro75mila talebani”.
E alla domanda di chi tracciava un parallelismo col Vietnam replicava: “non vedremo in nessun modo il personale diplomatico sollevato dal tetto della nostra ambasciata”.
Un mese dopo la storia è un’altra. 20 anni dopo l’invasione USA, Kabul è tornata nelle mani dei talebani, sul palazzo presidenziale sventola, la bandiera bianca con la shahada in nero, simbolo dell’Emirato.
Ma quelle di Joe Biden erano frasi di circostanza, perché il destino dell’Afghanistan era stato già scritto a Doha negli accordi di pace firmati il 29-2-2020 tra gli Stati Uniti e la delegazione dei talebani.
In cambio del ritiro delle truppe straniere, Zalmay Khalilzad, delegato diTrump chiedeva al Mullah Baradar l’impegno a rinunciare a ogni legame con il jihadismo.
In sintesi, già un anno e mezzo fa, la Casa Bianca aveva voltato le spalle al governo di Kabul – che ha sempre chiesto di sedersi al tavolo delle trattative – e legittimato Muhammad Yaqoob, figlio del Mullah Omar, l’Emiro che governò il paese dal 1996 al 2001, e apriva il terreno al loro riconoscimento internazionale.
Altrimenti non si spiegherebbe come i talebani siano riusciti in così poco tempo a riconquistare provincia dopo provincia senza quasi sparare un colpo. I famosi 300mila soldati afghani si sono sentiti abbandonati e di fronte all’avanzata dei talebani, hanno disertato.
Per anni i seguaci del Mullah Omar, si sono nascosti nelle montagne, dispersi tra i civili e oggi tornano al potere con un consenso che proviene dall’Afghanistan profondo.
Fu proprio il Mullah Omar che disse agli occidentali: “voi avete gli orologi, noi il tempo”.
E questa concezione vale ancora di più in un Paese che possiede una struttura tribale, etnica e religiosa, e percepisce la nazione come un concetto astratto, lontano, sradicato dagli usi istituzionali e i costumi sociali.
Intenzione di preghiera per il giorno
Per tutti i sacerdoti defunti della diocesi di Bergamo e del Patronato S. Vincenzo.
Don’t Forget!
In questo mese di agosto ricordiamo nella preghiera il Vescovo di Bergamo
Mons. GIUSEPPE PIAZZI nato nel 1907 e Vescovo a Bergamo dal 1953 al 1963
e i sacerdoti del Patronato S. Vincenzo
Don GIUSEPPE POLONI nato il 03-10-1925 a Cenate Sopra. Ordinato: 1951 Morto 04-08-1997
Don GIORGIO LONGO Nato il 04-04-1922 Bergamo. Ordinato: 1946 Morto 05-08-2001
Don AMELIO NODARI: Nato il 10-11-1913 Gandino. Ordinato: 1947. Morto 01-08-2001
Don OSVALDO ZANCHI: Bergamo: Nato 1885. Ordinato 1908. Morto 14-08-1963
Don LUIGI CAGNONI: Gazzaniga. Nato: 1908. Ordinato: 1933. Morto: 11-8-1981
Don GIUSEPPE PELLEGRINI: Ponte Giurino. N.: 1917. O.: 1941. M.: 16-08-1998
Don MARIO VERRI: Gorlago. Nato 1929. Ordinato: 1952. Morto: 8-8-2018.