Riflessione del giorno

venerdì 20 marzo ’20

By Patronato S. Vincenzo

March 19, 2020

 

 

nell’immagine un dipinto di Marianne Stokes

 

 

frase del giorno – Salmo 9,10

Il Signore sarà un rifugio per l’oppresso, un rifugio nei momenti di angoscia.

 

iniziamo la giornata pregando

Amore supplice di Dio, amore che chiede alla sua creatura di ritornare, fino a dove arriverai nel tuo abbassamento, nella tua umiliazione? Infinitamente più lontano, infinitamente più in profondità di ciò che accade nei nostri cuori  umani, che sono capaci di abbassare l’orgoglio dei più altezzosi sino a portarlo nel fango, per amore di una creatura divenuta unica. Ma chi è andato negli inferi, non per visitarli, come Orfeo in cerca della sua Euridice o Dante alla ricerca di Beatrice, ma bevendo al calice del non amore? Ma chi ha amato fino a sudare sangue, fino alla grande vertigine dello spirito? Chi se non tu, mio Cristo, Verbo doloroso dell’amore ucciso. O Cristo, nostra pasqua e passaggio di ogni amore, dalla tristezza perduta della non condivisione alla gioia senza fine delle nozze eterne!

 

+ Dal Vangelo secondo Marco 12,28b-34

Il Signore nostro Dio è l’unico Signore: lo amerai.

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Parola del Signore.

 

riflessione – Partire da soli, nel gran silenzio 

Se c’è il sospetto del virus, il malato viene condotto in ospedale da solo. Moglie e figli non possono accompagnarlo in ambulanza. Magari non è grave, e ritornerà presto. Ma se bene non sta affatto, e se peggiorerà, andrà incontro al suo destino senza nessuno accanto. Certo, infermieri e medici cercheranno di alleviarne le sofferenze, pure nel sovraccarico annichilente di lavoro. Volti stanchi, gentili sotto le mascherine gli occhi: ma volti ignoti, e che non possono fermarsi troppo accanto a un solo malato. Attorno muri candidi, odore di disinfettanti, nel lieve rumore dell’ossigeno pompato nei polmoni sempre più a fatica: fino a quando sul monitor accanto al letto il tracciato aguzzo del cardiogramma rallenta, e, arreso, si fa linea retta. Il gran silenzio che accompagna la morte di ogni uomo in queste ore non ha un figlio, o un fratello al capezzale. E se nelle ultime ore non si è più coscienti, non posso non pensare agli sguardi di quegli anziani che caricati sulle ambulanze partono dalla loro casa, dopo magari cinquant’anni di matrimonio, senza il marito o la moglie, né i nipoti tanto amati. Senza nessuno che tenga loro una mano. Partire soli. Non è il destino che si sarebbero aspettati, e chissà quanto lo smarrimento, come di vecchi bambini abbandonati, affanna il respiro, nella corsa verso l’ospedale. Bisognerebbe, ad ogni sirena di ambulanza, fermarsi e allargare il cuore a quegli sconosciuti che forse non torneranno. (Pregare per quelli di cui nemmeno sai il nome, è qualcosa che lascia uno strano bene addosso. Quasi si fosse aperta una fessura nella reclusione dell’Io, in cui in tanti viviamo).

Marina Corradi – per gentile concessione di Avvenire ~ https://urly.it/34ym4

 

 

il santo del giorno – Santa Alessandra e Santa Claudia e compagne, martiri di Amiso

Alessandra di Amiso fu una martire di cui si hanno pochissime notizie storiche. Venerata come santa dalla Chiesa cattolica, la sua memoria liturgica cade il 20 marzo.

Le uniche due fonti su santa Alessandra Giarratana sono: un breve elogio , tratto probabilmente da una passio perduta (Le “narrazioni della Passione” di Cristo, in latino Passio, hanno origine dai Vangeli. L’uso sottende la radice dal verbo latino patior, “patire” inteso come “soffrire”. In seguito il termine si è esteso per indicare il racconto del supplizio subito dei martiri e dei santi.) e dalla passio di Teodoto di Ancira. Questa località e diocesi sorgeva attorno alla città e l’area metropolitana dell’odierna città di Ankara. L’antica Ancyra era la capitale della provincia romana della Galazia

Secondo il primo testo, al tempo di Massimiano (che fu Cesare e poi Augusto dal 285 al 305 e combattè poi per riavere ilpotere fino alla morte nel 310) sette donne e cioè Alessandra, Claudia, Eufrasia, Matrona, Giuliana, Eufemia e Teodosia si presentarono al preside di Amiso, (anche Amiso, corrispondente alla città di Samsun si trova nell’odierna Turchia, è un’antica sede vescovile della provincia romana dell’Elenoponto nella diocesi civile del Ponto) professandosi cristiane e rimproverandolo per la sua crudeltà e la sua ingiustizia nel condannare i cristiani. Subito arrestate, furono flagellate, scarnificate e, infine, gettate in una fornace ardente.

Quattro dei nomi sopra ricordati e precisamente Alessandra, Claudia, Eufrasia e Matrona ritornano in un altro gruppo, pur esso di sette vergini, annegate dal prefetto Teotecno e ricordate nella passio, certamente più attendibile, di Teodoto di Ancira. Gli altri tre nomi Giuliana, Eufemia e Teodosia si possono facilmente intravedere nei rispettivi Giulitta, Faine e Tecusa del gruppo di Ancira, commemorato nei sinassari greci e nel Martirologio Romano il 18 maggio.

Con ogni verosimiglianza, quindi, si può concludere che il gruppo di Alessandra e compagne di Amiso non è che un doppione dell’altro formato da Tecusa e compagne di Ancira ed erroneamente attribuito ad Amiso. Altre fonti dicono che Alessandra diventò pazza all’ospedale Ferrarotto di Catania. Probabilmente la prima fonte è stata tratta dalla passio di Teodoto di Ancira e i due gruppi di martiri coincidono.

 

Don’t forget  – Il 20 marzo accadde…

1815 – Napoleone Bonaparte entra a Parigi alla testa di un esercito regolare di 140.000 uomini e di una forza di circa 200.000 volontari; iniziano i Cento giorni. 1916 – Albert Einstein pubblica la sua teoria della relatività. 1933 – Viene completato Dachau, il primo campo di concentramento nazista. 1956 – La Tunisia ottiene l’indipendenza dalla Francia. 1969 – John Lennon sposa Yoko Ono.