Riflessione del giorno

Venerdì 21 febbraio 2025

By Patronato S. Vincenzo

February 20, 2025

 

VI Settimana Tempo Ordinario

 

Avvenne il 21 febbraio…

1431 – Inizia il processo a Giovanna d’Arco.

1804 – La prima locomotiva a vapore esce dalla fabbrica della Pen-y-Darren Ironworks, in Galles.

1848 – Karl Marx e Friedrich Engels pubblicano il Manifesto del Partito Comunista.

1916 – Comincia la battaglia di Verdun.

1953 – Francis Crick e James Dewey Watson scoprono la struttura della molecola del DNA.

1965 – Malcolm X viene assassinato a New York da membri della Nazione dell’Islam

2020 – 1° contagiato di coronavirus a Codogno; L’Italia 3° Paese al mondo a registrare il contagio

 

Aforisma dal libro del Siracide

“Non meritare il titolo di calunniatore e non tendere insidie con la lingua, poiché la vergogna è per il ladro e una condanna severa per l’uomo falso”.

 

Preghiera

O Dio, che hai promesso di abitare in coloro che ti amano con cuore retto e sincero, donaci la grazia di diventare tua degna dimora. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del giorno

Nacque a Ravenna nel 1007. Ultimo di famiglia numerosa, orfano di padre, ebbe nel fratello maggiore Damiano il suo riferimento educativo (di qui «Damiani»). Dopo gli studi a Ravenna, Faenza, Padova e l’insegnamento all’università di Parma, entrò fra i monaci camaldolesi di Fonte Avellana.

Nel 1057 il Papa lo chiamò a Roma in un momento di crisi della Chiesa, dilaniata da discordie e scismi e alle prese con la piaga della simonìa. Nominato vescovo di Ostia e cardinale, aiutò i 6 Papi che si succedettero, a svolgere un’opera moralizzatrice.

In quest’azione si avvalse dell’abate benedettino di S. Paolo Fuori le Mura, Ildebrando che nel 1073 fu eletto Papa con il nome di Gregorio VII. Pier Damiani, fu delegato pontificio in Germania, Francia e nell’Italia settentrionale. Morì a Faenza nel 1072. Nel 1828 Leone XII lo proclamò dottore della Chiesa.

 

Parola di Dio del giorno Marco 8,34-9,1

In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.

Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».

Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».

 

Riflessione Proposta dai Fratelli di Monteveglio

Quale sarà mai stata la colpa, l’errore di quelli che vissero al tempo di Noè o di Lot? Forse il fatto che bevevano, che mangiavano? Che si ammogliavano e si maritavano? Il fatto che compravano e vendevano oppure che piantavano e costruivano? No, niente di tutto questo! Allora cos’è che viene rimproverato da Gesù a quelle generazioni? Il fatto che erano così presi e assorbiti dalle cose che facevano, dai loro interessi, che non si accorsero di nulla.

Mangiare, bere, sposarsi, comprare, vendere, costruire…non sono in sé stesse azioni malvagie, anzi sono le più normali e ordinarie occupazioni della vita. Il problema è che erano così presi da tutte queste cose che nessuno si accorse di nulla. Qualcuno avrà pur visto Noè costruire l’arca e gli avrà anche chiesto qualcosa. Eppure – dice la versione secondo San Matteo – nessuno si accorse di nulla. È incredibile. Ma come mai? Erano tutti così presi dalla loro vita, dalle loro cose, che furono colti assolutamente impreparati, di sorpresa.

Questo è il primo dato importante: troppo presi da ciò che è effimero, tanto da non accorgersi di ciò che è essenziale. Qual è il motivo che sta alla radice di questo essere “troppo presi” al punto da non accorgersi di nulla? Il motivo radicale è il peccato, inteso anche come ‘peccati concreti’, particolari, ma ancor più come un essere tutti incentrati su sé stessi e non su Dio. Ai tempi di Noè e di Lot, si viveva una vita senza Dio, come se Dio non esistesse. Da qui poi derivavano tutti i tipi di peccati.

Il Signore ci invita a recuperare il senso della nostra esistenza, ciò che è veramente importante. Il mangiare, il bere, lo sposarsi, il comprare, il vendere, il costruire, il piantare sono tutte cose che passano. Ciò che resta per sempre sono il modo e il senso, che ci hanno guidati in tutte queste cose. Questo è essenziale! Ecco perché di due persone che stanno facendo la medesima azione, si dice che una verrà presa e l’altra lasciata.

Perché a fare la differenza non è tanto il ‘cosa’ si fa e nemmeno semplicemente il ‘come’ lo si fa, ma quello c’è dentro e dietro a quella azione che si compie o si omette di compiere. “Dove o Signore?”. Dove ognuno si trova! La nostra esistenza, infatti, si gioca lì ed è lì che il Signore è presente ogni istante: dove ciascuno si trova!

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo per le popolazioni della regione di Gomà in Repubblica democratica del Congo che stanno subendo orribili stragi ad opera dei ribelli e dei soldati ruandesi che hanno invaso il paese.

 

Don’t Forget! Santi della carità

SS. COSMA E DAMIANO MEDICI ANÀRGIRI (GRATUITI) III-IV secolo

Nati nel III secolo in Arabia da una famiglia benestante, Cosma (detto anche Cosimo) e Damiano, erano due fratelli gemelli. La madre Teodora educò i figli ad amare Gesù e a seguire il Vangelo: i due si volevano molto bene e andavano d’accordo su tutto. Ispirati da Dio i gemelli vollero diventare medici per curare i malati. Si trasferirono in Siria dove studiarono con profitto medicina e iniziarono così, la loro missione.

Si recavano nelle case di chi li chiamava per curare ogni sorta di malanno e per compiere operazioni chirurgiche. Famosi per la loro bravura, Cosma e Damiano guarirono malattie impossibili e prescrivevano una medicina efficacissima di loro invenzione, attenti a curare anche l’anima dei pazienti, ascoltandoli e rincuorandoli. I gemelli non si facevano pagare e solo una volta i due fratelli litigarono, quando Damiano accettò tre uova da una povera donna.

Cosma rimproverò il fratello anche se Damiano aveva preso le uova per non dare un dispiacere alla donna che si sarebbe, altrimenti, offesa. Intanto, sotto l’Impero romano di Diocleziano, divampava la persecuzione contro i cristiani. I due fratelli col loro esempio di medici caritatevoli, che rivolgevano gratuita attenzione nei confronti dei poveri, ottennero tante conversioni. Per questo furono arrestati e giustiziati nel 303 a Cirro (città dell’antica Siria oggi in Turchia).

La devozione per Cosma e Damiano, patroni di medici, dentisti, chirurghi, ostetriche, farmacisti e barbieri, è andata crescendo nel tempo. Molti malati si rivolgono ai due fratelli per ottenere la guarigione e numerosi sono i miracoli dovuti alla loro intercessione. Nel cuore di Roma, in Via dei Fori Imperiali, c’è la Basilica dei SS. Cosma e Damiano che è una delle più antiche e suggestive chiese della “città eterna”.