Riflessione del giorno

venerdì 23 marzo ’18

By Patronato S. Vincenzo

March 22, 2018

 

nell’immagine una fotografia di DOROTHEA LANGE

 

 

Proverbio del giorno

«Quando hai parlato, ciò che hai detto diventa proprietà di un altro (India)»

 

Iniziamo la giornata pregando

Infondi in noi, Signore, lo Spirito Santo perché sappiamo scoprire il messaggio delle Sacre Scritture e viverlo ogni giorno nel tuo Spirito. Permettici, Signore, di comprendere il tuo progetto di salvezza, perché possiamo giungere alla tua dimora senza l’ombra di un dubbio. Amen.

 

Turibio de Mogrovejo (1538-1606)

giurista all’Università di Salamanca e alla corte di Filippo II di Spagna, fu inviato dal Papa a Lima, in Perù. Aveva 42 anni. Iniziò un’intensa attività missionaria e organizzò la Chiesa peruviana in 8 diocesi e indisse vari sinodi. Nel 1591 a Lima sorgeva il 1° seminario del continente americano. Incentivò la cura parrocchiale anche da parte dei religiosi e fu strenuo difensore degli indios. Morì tra loro in una sperduta cappella al nord del Paese.

 

Ascoltiamo la Parola di Dio (Giovanni 10,31-42)

In quel tempo, i Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei? Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre». Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.

Una meraviglia dell’infanzia è che ci si addormenta ovunque, anche dentro una valigia, anche dentro una guerra.  La mano che regge il bambino nella valigia appartiene presumibilmente all’uomo che ha avuto il coraggio e la follia di metterlo al mondo. Rappresenta l’ultima certezza per lui, rimasto senza più casa né cibo. È il terzo bambino siriano che ci viene addosso. Il primo fu Aylan, annegato su una spiaggia turca come se dormisse. Ci costrinse a guardare i profughi con altri occhi. Poi l’emozione svanì e per noi i migranti tornarono a essere sfaccendati che bivaccano nelle nostre piazze. Il secondo fu Omran, riemerso dalle macerie di Aleppo con il corpo ricoperto di sangue e di polvere. L’emozione venne replicata, ma durò ancora meno: in fondo non era neanche morto. Adesso arriva il bambino nella valigia. Per quanto tempo resisterà nei nostri cuori? 

 

Intenzione del giorno

Preghiamo perché siano tutelati e rispettati i diritti dei più indifesi e dei più poveri.