nell’immagine un dipinto di Daniel Garber
XXIX Settimana t. Ordinario
Proverbio del giorno
«Anche risciacquato con l’acqua di rose, l’aglio non perde il suo odore (India)»
Iniziamo la giornata Pregando (preghiera allo Spirito Santo)
“O Spirito Santo, anima della mia anima, io ti adoro, illuminami, guidami, fortificami, consolami, dimmi ciò che devo fare, dammi i tuoi ordini: ti prometto di sottomettermi a tutto quello che desideri da me e di accettare quello che permetterai che mi succeda. Fammi conoscere la tua volontà! Amen”
Giovanni da Capestrano
Nato nel 1386 da barone tedesco e madre abruzzese, studia a Perugia e diventa ottimo giurista, tanto che viene eletto governatore della città. Fatto prigioniero, decide di diventare francescano; conosce S. Bernardino e diventa suo amico. Il Papa lo invia come legato in Austria, Baviera e Polonia dove dilaga l’eresia Hussita; il Terra Santa promuove l’unione degli Armeni con Roma. Nel 1456 si trova a Belgrado dove infuria la battaglia contro i Turchi e per 11 giorni e notti non abbandona il campo. Muore tre mesi dopo in Slavonia oggi Croazia.
Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno (Lc 12,39-48)
Gesù disse ai discepoli: «Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate». Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Qual è l’amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato il servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
La Riflessione del giorno (Marcello Veneziani)
Per Natale avremo un bilancio di 40mila morti, 400mila ammalati e 40 milioni di depressi cronici. Il primo bilancio è terribile nella prossimità, cioè per le vittime, i loro familiari e conoscenti, ma nella media storica di 640mila decessi all’anno il dato un po’ si ridimensiona. Il secondo è oneroso per i pazienti, i medici e le strutture ospedaliere e di terapia intensiva. Ma il terzo, impalpabile, trascurato, riguarda i 2/3 del popolo italiano. Non sappiamo cosa stia accadendo all’estero, non circolano le esperienze, non ci sono più viaggi, non sappiamo come stiano vivendo gli altri popoli la pandemia-bis. Ma in Italia si è fatta insopportabile e il paese vive sull’orlo di una crisi di nervi. Una larga, lunga, profonda depressione attanaglia la gente. Se togli a un uomo i contatti, le prospettive elementari di futuro, il lavoro, i rapporti familiari, i viaggi; se togli Natale, sotto grave minaccia, le feste, persino quella dei morti e la sua caricatura, Halloween, se fai avvertire che ogni prossimità è peccato, ogni cena è peccato, ogni festa è peccato mortale, un paese piomba in una depressione senza pari…Anche di questo tengano conto coloro che decidono della nostra vita…
Intenzione del giorno
Preghiamo per i missionari, sacerdoti, religiosi e religiose e laici bergamaschi nel mondo.
Sr. DALMAZIANA (all’anagrafe Silvia) BONALUMI, era conosciuta per essere stata accanto a Giovanni XXIII negli ultimi istanti della sua vita e per averlo assistito come infermiera. La religiosa bergamasca iniziò il percorso vocazionale a 21 anni; frequentò la scuola per infermiere a Roma e fece varie esperienze a Milano e Varese, prima di fare ritorno a Torre Boldone. La chiamata a Roma era giunta a inizio autunno del 1962. Era stata scelta lei per la sua esperienza di infermiera. Nel Palazzo Apostolico c’erano già suor Primarosa di Fiobbio e suor Nazarita. Ad accoglierla alla stazione a Roma, un’altra religiosa bergamasca, suor Zaveria che le comunicò quale fosse il suo incarico. «Cominciai a tremare», ricorda suor Dalmaziana, che spiega come avvenne il suo primo incontro con il pontefice: «Era il 2 ottobre 1962, ore 16. Il Papa stava bevendo il the al suo scrittoio. Mi misi in ginocchio e lui mi invitò ad alzarmi: “Su, su Paladina”. Il nome del mio paese di nascita. Poi andò in biblioteca a cercare il volume della vita di S. Dalmazio e me lo portò. Mi disse che era un onore servire il Papa e che però sarebbe stata anche una croce». Giovanni XXIII era infatti già malato. Lei aveva già avuto modo di conoscerlo quand’era segretario del vescovo di Bergamo Giacomo Maria Radini Tedeschi che a volte andava in visita a Paladina. Nonostante la conoscenza diretta con Papa Roncalli, suor Dalmaziana ha sempre mantenuto fede alla promessa di riservatezza e silenzio per il servizio in Vaticano. Il ricordo più struggente di Giovanni XXIII è legato alla sua morte. Giorni prima il Papa chiese al professor Valdoni quanto gli restasse da vivere e il medico gli rispose con franchezza: «Circa tre giorni». Il Papa disse: «Le valigie sono già pronte» e chiese che gli si amministrassero i sacramenti. «Papa Roncalli morì dopo tanti dolori, la sera, 10 minuti prima delle 20 del 3 giugno. Aveva risposto al rosario fino a pochi minuti prima. Don Loris piangeva e piangevo anch’io. Io gli chiusi gli occhi e la bocca. Sul comodino aveva il libro della beata Gemma Galgani» libro che suor Dalmaziana custodirà fino alla fine. Grazie a lei la parrocchia di Paladina conserva lo zucchetto che Papa Giovanni indossava negli ultimi giorni e che è diventato una preziosa reliquia per la comunità.