Riflessione del giorno

Venerdì 26 settembre 2025

By Patronato S. Vincenzo

September 26, 2025

 

25.a domenica Tempo Ordinario

 

Avvenne il 26 settembre…

52 a.C. – Con la resa del capo gallo Vercingetorige, Giulio Cesare vince la battaglia di Alesia

1580 – Sir Francis Drake circumnaviga il globo.

1918 – 1.a guerra mondiale: Verdun, inizia l’Offensiva della Mosa-Argonne nella quale moriranno 26 000 statunitensi, 70 000 francesi e 120 000 tedeschi.

1997 – Potente terremoto ha come epicentro la cittadina umbra di Colfiorito (PG): 11 morti, 100 feriti e 80.000 case distrutte. Molti edifici importanti in ambito storico-artistico e culturale, come la Basilica di S. Francesco di Assisi semidistrutti. Grazie a sapienti restauri si è riusciti a riportare nella forma originale tutte le zone e le opere della chiesa.

2002 – Le Joola, traghetto senegalese sovraccarico affonda nell’oceano: più di 1 800 morti.

2006 – Il Vaticano scomunica l’arcivescovo Emmanuel Milingo con i 4 vescovi da lui ordinati.

 

Aforisma di Georges Bernanos

“Temo che il ribelle non sarà mai capace di nutrire per coloro che ama un amore altrettanto grande dell’odio che nutre per coloro che odia.”

 

Santo del giorno

 

Preghiera Colletta

Dio, che nell’amore a te e al prossimo hai posto il fondamento di tutta la legge, fa’ che osservando i tuoi comandamenti possiamo giungere alla vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen 

 

Parola di dio Luca 9,18-22

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto».

Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

 

Riflessione di Don Arturo Bellini su don Bepo

«Perché non scendano le tenebre sul mondo bisogna preparare individui capaci di amare, pronti ad accostarsi ai problemi del nostro mondo scontento e smarrito, come creature d’amore. Gesù che prepara l’uomo alla vita, gli segna l’avvenire; gli mette nel cuore il fuoco che illumina e riscalda: Vi do un comandamento nuovo, amatevi l’un l’altro». don Bepo (Bollettino PSV marzo 1951). 

L’incontro con Dio che rende fruttuosa la vita e la riflessione di don Davide Rota col richiamo al fatto che Signore «non chiede niente, senza prima dare ciò che chiede», ha fatto pensare i lettori del mattutino quotidiano.  Per questo trovo bello condividere in questi giorni, dominati da distruzione e morte e da tante parole gridate, una semplice riflessione.

Come approfondire il pensiero di don Bepo sul fuoco che Gesù ci ha messo nel cuore per illuminare e riscaldare? Forse noi pensiamo sempre a grandi cose. Invece una brava giornalista da Gaza ci mette sulla strada giusta, quella di agire bene, senza fare propaganda a sé stessi, senza enfasi e battage pubblicitari.

Ecco le piccole crepe che rompono lo schema della distruzione: «Il medico che documenta le ferite che cura; il maestro che continua a insegnare sotto le bombe; il giornalista che raccoglie nomi e storie invece che numeri. Piccoli gesti che non cambiano la realtà immediata, ma mantengono aperto lo spazio per un futuro diverso. Scegliere il dialogo quando domina la forza è come piantare semi in un campo bruciato. Non sai se cresceranno, ma l’atto stesso di piantarli è una dichiarazione: questo campo tornerà fertile, anche se non sarò io a vedere il raccolto”.

È un atto di fede nella Provvidenza. Non è ingenuità politica. È strategia di lungo termine. Mentre la via della morte produce deserti fisici e morali, la strada del dialogo conserva la possibilità della ricostruzione. Anche un dialogo muto, fatto di sguardi attraverso le macerie, vale più di mille proclami di vittoria. E così scopriamo che testimoniare è già dialogare: con chi verrà dopo, con chi in altre parti del mondo sta affrontando lo stesso orrore, con quella parte di noi stessi che rischia di arrendersi alla situazione.

Giorgio Paolucci sul quotidiano “Avvenire” ha raccontato la storia di un carcerato che in volto manifestava inquietudine. Il cappellano lo ha avvicinato al termine della Messa e gli ha chiesto se avesse bisogno di qualcosa. Lui ha risposto: «Don, hai visto che vengo a Messa, ma alla Comunione, non ricevo il Corpo di Cristo…». «Sì, ho notato, ma se desideri confessarti provvediamo, non preoccuparti». «No, don, lei non sa: io non sono battezzato.

Non avevo mai sentito parlare di Gesù Cristo, i miei compagni di cella mi hanno invitato a Messa, ho ascoltato le sue omelie, mi hanno colpito, ho deciso di cambiare vita». Da quel momento, il prete ha accompagnato il giovane detenuto nel cammino al Battesimo. Accade anche dietro le sbarre. Non arrendersi alla situazione, ma ripartire con una vita nuova. Sì si può con la grazia di Dio.

 

Intenzione di preghiera

Perché la nostra lotta contro le ingiustizie sia mossa dall’amore per chi è debole e non dall’invidia o dalla rabbia per chi è potente.

 

Don’t Forget! MARTEDÌ 23 SETTEMBRE NEW YORK, STATI UNITI

Il presidente USA Donald Trump parla all’Assemblea generale dell’ONU. Durante un discorso di 50 minuti Trump espone molte le sue posizioni più note: fra le altre cose ha ripetuto la sua affermazione (discutibile) di aver posto fine a sette guerre, ha lodato la sua severa campagna di repressione della immigrazione irregolare, i dazi, e il contrasto al narcotraffico, e ha sostenuto che il cambiamento climatico è «la più grande farsa» di sempre.

Ha messo in dubbio l’efficacia dell’ONU e detto che alcuni anni fa la sua impresa edile si sarebbe offerta di ristrutturare il complesso delle Nazioni Unite a New York e avrebbe fatto un lavoro molto migliore di quello che è stato fatto effettivamente…Il solito Trump insomma, con qualche apertura più decisa all’Ucraina e la rassicurazione ai palestinesi che non permetterà a Israele di annettersi la Cisgiordania. 

(AP PHOTO/YUKI IWAMURA)