Riflessione del giorno

Venerdì 27 settembre 2024

By Patronato S. Vincenzo

September 27, 2024

 

XXV settimana T. Ordinario

 

Avvenne il 27 settembre…

1529 – Inizio dell’Assedio di Vienna da parte di Solimano il Magnifico

1540 – L’Ordine dei Gesuiti riceve il proprio statuto da Papa Paolo III.

1821 – Il Messico ottiene l’indipendenza dalla Spagna.

1939 – Seconda guerra mondiale: la Polonia si arrende alla Germania Nazista e all’URSS.

1940 – Il Patto tripartito viene firmato a Berlino da Germania, Giappone e Italia.

1978 – Morte di Giovanni Paolo I, eletto Papa da appena un mese

 

Aforisma di Albert Einstein

«Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa.»

 

Preghiera

O Dio, che per il servizio ai poveri e la formazione dei tuoi ministri hai ricolmato di virtù apostoliche il santo presbitero Vincenzo de’ Paoli, fa’ che, animati dal suo stesso spirito, amiamo ciò che egli ha amato e mettiamo in pratica i suoi insegnamenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli. Amen

 

Santo del giorno

 

 

Parola di Dio del giorno Qoèlet 3,1-11 e Luca 9,18-22

Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato. Un tempo per uccidere e un tempo per curare, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.

Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttar via. Un tempo per strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica? Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini perché vi si affatichino. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo; inoltre ha posto nel loro cuore la durata dei tempi, senza che gli uomini possano trovare la ragione di ciò che Dio compie dal principio alla fine.

 

Riflessione

All’inizio un po’ per caso, ma successivamente per precisa volontà del fondatore del P.S.V. don Bepo Vavassori, il santo della carità che oggi veneriamo cioè S. Vincenzo de Paoli è insieme a S. Giuseppe e a S. Giovanni Bosco uno dei patroni della nostra istituzione che da lui prende il nome “Patronato S. Vincenzo (de Paoli)”.

Infatti il “Patronato S. Vincenzo per giovani operai” era cominciato nel 1909 per iniziativa personale di quello che sarà il suo primo presidente, il conte Felice Colleoni il quale nel corso della 1.a assemblea nel gennaio 1911 così si espresse: “Nostra intenzione era di aprire un luogo destinato a strappare ai pericoli di una vita abbandonata i giovani operai venuti in città dalla provincia ad apprendere un mestiere e in questo luogo (il chiostro del Carmine in Città Alta n.d.r.) custodirli, educarli e assisterli, insomma farne dei bravi figlioli…”.

Prima sede dell’Opera furono alcune stanze dell’Oratorio dell’Immacolata in via Crespi e il primo direttore fu don Guglielmo Scattini (1885-1963) il quale 18 anni dopo accoglierà come parroco della Malpensata l’arrivo di don Bepo e dei suoi ragazzi in via Conventino. In seguito, per problemi di convivenza con gli altri ragazzi dell’Oratorio, il Patronato si trasferì all’orfanotrofio maschile di S. Lucia. Tre anni dopo un nuovo spostamento: si sale in Città Alta nel chiostro del Carmine.

Le stanze sono anguste e umide e l’intero complesso versa in gravi condizioni di degrado. Dopo gli iniziali entusiasmi il Patronato entra in una fase critica e sopravvive a stento: il direttore è don Osvaldo Zanchi che trova in don Vavassori allora direttore spirituale in Seminario, un insperato aiuto.

Don Bepo si reca dal vicario generale mons. G. Battista Floridi e gli chiede di occuparsi dei ragazzi del Patronato: la richiesta viene immediatamente accettata: “Ci fate un grande piacere! Eravamo in grave pensiero per trovare un successore a don Osvaldo Zanchi, perché il posto non è appetito da nessuno. Don Vavasori, il Patronato è suo!”.

Così nel dicembre 1926 don Bepo assume la direzione del Patronato S. Vincenzo per giovani operai che l’anno seguente diventerà “Patronato S. Vincenzo” col 4 trasloco -che diventerà definitivo- sul terreno della refrattaria ceduto a don Vavassori da Ernesto Berner in via Gavazzeni nel quartiere Malpensata.    

 

Intenzione di preghiera

Perché S. Vincenzo de Paoli, con la B. V. Maria, S. Giuseppe e S. Giovanni Bosco proteggano il Patronato S. Vincenzo nato dal genio caritativo di Don Bepo che veneriamo come servo di Dio. 

 

Don’t Forget! Inizi del Patronato S. Vincenzo