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Riflessione del giorno

venerdì 28 febbraio ’20

By Patronato S. Vincenzo

February 27, 2020

 

 

nell’immagine un dipinto di Mimmo Paladino

 

 

Proverbio del giorno (Dal Libro dei Proverbi)

Chi chiude un occhio causa dolore, chi riprende a viso aperto procura pace.

 

 

Iniziamo la Giornata Pregando

Fin dal risveglio, il mio pensiero si volge a te, mio Dio. Grazie per il riposo che mi hai concesso, per le forze che ho ritrovato e che vorrei mettere al tuo servizio. In questo giorno mi appoggerò a te che nessuna catastrofe colpisce, che il peccato degli uomini può offendere ma non allontanare, a te che nulla sorprende, poiché tu sei la provvidenza del mondo. In te pongo la mia fiducia. Serviti di me perché si compia il bene. Questo giorno è tuo. Fa’ che io lo trascorra facendo la tua volontà. Amen

 

DANIELE ALESSIO BROTTIER

Nato nel 1876 a La Ferté-Saint Cyr, divenne prete a 23 anni. Nel 1902 partì per il Senegal, ma rientrò dopo soli tre anni per motivi di salute. Ripresosi tornò nel paese africano, ma i problemi di salute lo costrinsero a tornare definitivamente in patria. Allora, in Francia, fondò l’opera «Souvenir Africain». Cappellano militare nella 1.a Guerra mondiale, fondò l’Unione nazionale combattenti e l’Opera degli orfani apprendisti. Morì nel 1936.

 

Ascoltiamo la Parola di Dio (Matteo 9,14-15)

Si accostarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno.

 

Riflessione Per Il Giorno (Enzo Bianchi: Riflessioni sul digiuno)

Il digiuno svolge la funzione di farci sapere di che cosa viviamo, di che cosa ci nutriamo e di ordinare i nostri appetiti intorno a ciò che è veramente centrale. E tuttavia sarebbe ingannevole pensare che il digiuno sia sostituibile con qualsiasi altra mortificazione o privazione. Il mangiare rinvia al primo modo di relazione del bambino con il mondo esterno: il bimbo non si nutre solo del latte materno, ma inizialmente conosce l’indistinzione fra madre e cibo; quindi si nutre delle presenze che lo attorniano: egli “mangia”, introietta voci, odori, forme, visi, e così, pian piano, si edifica la sua personalità relazionale e affettiva. Questo significa che la valenza simbolica del digiuno è assolutamente peculiare e che esso non può trovare “equivalenti” in altre forme di rinuncia: gli esercizi ascetici non sono interscambiabili! Con il digiuno noi impariamo a conoscere e a moderare i nostri molteplici appetiti attraverso la moderazione di quello primordiale e vitale: la fame, e impariamo a disciplinare le nostre relazioni con gli altri, con la realtà esterna e con Dio, relazioni sempre tentate di voracità. Il digiuno è ascesi del bisogno ed educazione del desiderio. Solo un cristianesimo insipido e stolto può liquidare il digiuno come irrilevante e pensare che ogni privazione di cose superflue (dunque non vitali come il mangiare) possa essergli sostituita: è questa una tendenza che dimentica lo spessore del corpo e il suo essere tempio dello Spirito santo. In verità il digiuno è la forma con cui il credente confessa la fede nel Signore con il suo stesso corpo. Certamente, poiché il rischio di fare del digiuno un’opera meritoria, una performance ascetica è presente: la tradizione cristiana ricorda che esso deve avvenire nel segreto, nell’umiltà, con uno scopo preciso: la giustizia, la condivisione, l’amore per Dio e il prossimo. “E’ meglio mangiare carne e bere vino piuttosto che divorare con la maldicenza i fratelli” (Abba Iperechio) “Se pratichi l’ascesi di un regolare digiuno, non inorgoglirti. Se per questo ti insuperbisci, piuttosto mangia carne, perché è meglio mangiare carne che gonfiarsi e vantarsi” (Isidoro il Presbitero). Sì, noi siamo ciò che mangiamo, e il credente non vive di solo pane, ma soprattutto della Parola e del Pane eucaristici, della vita divina: una prassi di digiuno fa parte della sequela di Gesù che ha digiunato. In un tempo in cui il consumismo ottunde la capacità di discernere tra veri e falsi bisogni, in cui il digiuno e le terapie dietetiche divengono oggetto di business, in cui pratiche orientali di ascesi ripropongono il digiuno, e la quaresima è letta come l’equivalente del ramadan musulmano, il cristiano ricordi la specificità cristiana del digiuno: esso è in relazione alla fede perché fonda la domanda: “Cristiano, di cosa nutri la tua vita?” e pone un interrogativo lacerante: “Che ne hai fatto di tuo fratello che non ha cibo a sufficienza?”.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo perché non abusiamo della pazienza di Dio e ci impegniamo a cambiare vita

 

E…don’t forget

GIORNATA MONDIALE DELLE MALATTIE RARE