VII Settimana Tempo Ordinario
Avvenne il 28 febbraio…
202 a.C. – Con l’incoronazione di Gao Zu iniziano i 4 secoli del dominio della Dinastia Han in Cina
870 – Termina il Concilio di Costantinopoli del 869–870
1525 – Il re azteco Cuauhtémoc viene fatto giustiziare all’alba dal conquistador Hernán Cortés
1986 – Olof Palme, primo ministro svedese, viene assassinato a Stoccolma
1991 – Si conclude la guerra del Golfo tra Iraq e Kuwait
2013 – Termina il pontificato di Benedetto XVI, primo Papa a rinunciare in epoca moderna
Aforisma dal libro del Siracide
Figlio, non cercare di divenire giudice, che poi ti manchi la forza di estirpare l’ingiustizia; altrimenti temeresti alla presenza del potente e getteresti una macchia sulla tua dirittura.
Preghiera
Il tuo aiuto, o Dio Padre onnipotente, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito, perché imitando il tuo Figlio Gesù Cristo possiamo conoscere ciò che è conforme alla tua volontà e attuarlo nelle parole e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Parola di Dio del giorno Marco 10,1-12
Gesù, partito da Cafarnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie.
Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola.
Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio»
Riflessione Da Guerra e Pace di Lev Tolstoj
Il brano che ti presentiamo è tratto dal romanzo storico Guerra e pace dello scrittore russo Lev Tolstoj. L’opera, ambientata durante le guerre napoleoniche e la campagna di Russia, costituisce un affresco vasto e ricco di sfumature della società russa ed europea dell’Ottocento.
Una storia appassionante dove si intrecciano le vicende di 3 grandi famiglie, i Bolkonskij, i Rostov e i Bezuchov, con protagonisti indimenticabili e molte figure di ragazzi che percorrono diverse strade di avventura, di felicità e di dolore. Una trama complessa, ricchissima di avventure e personaggi, caratterizzata soprattutto dall’abile intrecciarsi di due temi fondamentali: la guerra e la pace.
«Urrà!», gridò il principe Andréj, tenendo a stento fra le mani la pesante bandiera, e corse avanti, sicuro che tutto il battaglione gli sarebbe corso dietro. Difatti, soltanto per pochi passi egli procedette solo. Un soldato si mosse, poi un altro, e tutto il battaglione al grido di «urrà!» si mise a correre avanti e l’oltrepassò. Si sentiva sul capo il fischio incessante delle palle, e senza tregua, a destra e a sinistra, vedeva soldati che cadevano gemendo.
Ma egli non li guardava: fissava soltanto ciò che avveniva davanti a lui, dov’era la batteria. Vedeva già chiaramente la figura di un artigliere dai capelli rossi, col chepì gettato da una parte, che tirava a sé uno scovolo, mentre un soldato francese lo tirava in senso contrario. Il principe Andréj vedeva nettamente l’espressione smarrita e insieme rabbiosa di quei due uomini, che di certo non capivano quel che facevano. Ma non vide come finì la cosa.
Gli parve che uno dei soldati più vicini, con tutta la forza del suo braccio, lo colpisse sul capo con un grosso bastone. Non sentì molto dolore, ma piuttosto dispetto, per ché quel dolore lo distraeva e gl’impediva di vedere quello che stava guardando. «Che cos’è? Sto cadendo? Le gambe mi vacillano», pensò, e cadde supino. Aprì gli occhi, ma non vedeva nulla.
Sopra di lui non c’era più nulla, se non il cielo: un cielo alto, non sereno, ma pure infinitamente alto, con nuvole grigie che vi strisciavano sopra dolcemente. «Che silenzio! Che quiete! Che solennità!», pensò il principe Andréj, «non è più come quando correvamo gridando e battendoci; non è così che le nuvole scorrono su questo cielo alto, infinito.
Come non lo vedevo prima, questo cielo così alto? E come son felice di averlo finalmente conosciuto. Sì! Tutto è vuoto, tutto è inganno, fuori che questo cielo infinito. Non c’è niente, niente all’infuori di esso. Ma anch’esso non esiste, non c’è nulla all’infuori del silenzio e della tranquillità. E Dio ne sia lodato!»
Intenzione di preghiera
Preghiamo per la salute di Papa Francesco e di tutte le persone che soffrono, affinché il Signore lo sostenga e aiuti per il bene di tutta la chiesa.
Don’t Forget! Santi e beati della Carità
BEATA FRANCESCA ANNA della Vergine Addolorata (FRANCISCA MARIA CIRER Y CARBONELL) FONDATRICE – 1781 – 1855
La beata Francesca Anna è uno degli esempi più eclatanti, di quanto la volontà di Dio, opera fra le anime a Lui care; perché fu fondatrice di un Istituto religioso nell’avanzata età di 72 anni, pur non sapendo né leggere né scrivere. Francisca Maria Cirer Carbonell, nacque nel Comune di Sencelles, nell’isola di Mallorca (Maiorca) nelle Baleari, il 1-6-1781, ultima dei 6 figli di Paulo Cirer e Giovanna Carbonell, agiati contadini, onesti e religiosi.
Della sua fanciullezza, si sa solo che ebbe un’ottima educazione morale e religiosa in famiglia, ma non frequentò la scuola, rimanendo analfabeta il che non le impedì d’insegnare il catechismo a bambini e adulti del paese. A 7 anni ricevette la Cresima e a 10 anni la 1.a Comunione. La preghiera, le opere di carità, la cura degli infermi, furono le occupazioni della sua giovinezza e a 17 anni, nel 1798 si fece Terziaria francescana e nel 1813 si iscrisse alla Confraternita del SS. Sacramento.
Sentì che in lei maturava la vocazione religiosa, ma il padre si oppose: così Francesca decise di essere monaca in casa, scelta non rara in quei tempi, che interessò molte donne in Spagna, Francia e Italia e istituì un nuovo filone della religiosità consacrata. La vita in famiglia fu segnata dalla perdita di tutti i suoi familiari con i cinque fratelli morti dal 1788 al 1804, poi la madre nel 1807 e infine il padre nel 1821; Francesca a 40 anni si ritrovò completamente sola, confidando essenzialmente nella Vergine Addolorata.
Continuò a condurre vita monastica in casa, insieme alla compagna Magdalena Cirer Bennassar († 1870) e a lavorare nei campi, il cui ricavato veniva offerto ai poveri, che insieme ai malati, erano il campo privilegiato del suo apostolato. Ben presto in tutta l’isola di Maiorca, dalla quale non si era mai allontanata, si cominciò ad attribuirle visioni, profezie e guarigioni miracolose. Aveva ormai 72 anni, quando con il consiglio del parroco di Sencelles, decise di fondare nel suo paese un convento di Suore della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli (1581-1660); a tale scopo impegnò i suoi beni e trasformò la sua casa, denominandola “Casa de las Hermanas de la Caridad”.
Prese il nome di Francesca Anna della Vergine Addolorata; e il 7-12-1851, con 2 compagne vestì l’abito religioso e pronunziò i voti, lo stesso giorno ebbe l’approvazione della fondazione da parte del vescovo locale. Gli scopi della nuova Famiglia religiosa erano tre: 1) servire i malati nelle loro case, 2) istruire la gioventù femminile, 3) insegnare il catechismo sia alla gioventù sia agli adulti; nel convento e nei diversi borghi.
Il 27-2-1855 durante la S. Messa fu colpita da apoplessia, decedendo qualche ora dopo. Fu un giorno di “costernazione e pianto” per tutta l’isola di Maiorca; la sua salma fu esposta all’omaggio di amici e compaesani per tre giorni e il suo funerale si trasformò in una manifestazione commossa e trionfale, per la partecipazione di una moltitudine di persone di ogni condizione sociale.
La sua tomba si trova nel suo convento “Hermanas de la Caridad” a Sencelles, divenuta da subito meta di affettuosa devozione. Madre Francesca Anna della Vergine Addolorata è stata proclamata Beata in Roma, il 1-10-1989, da papa Giovanni Paolo II.