Riflessione del giorno

venerdì 3 marzo ’17

By Patronato S. Vincenzo

March 02, 2017

 

 

Proverbio del giorno

Quando il padre fa carnevale, ai figlioli tocca far quaresima.

 

Iniziamo la Giornata pregando (S. Tommaso d’Aquino)

Dal nostro Signore onnipotente e misericordioso invoco gioia e pace, conversione di vita, occasioni di penitenza, grazia e consolazione dello Spirito Santo, perseveranza nel fare le opere. Amen”.

 

Innocenzo da Berzo.

Giovanni Scalvinoni nacque a Niardo (Bs) nel 1844. Orfano di padre, visse l’infanzia a Berzo e fu ordinato prete nel 1867, l’innata timidezza gli faceva desiderare il nascondimento e la solitudine: per questo si fece cappuccino con il nome di fra Innocenzo. Trascorse la maggior parte del tempo all’eremo dell’Annunziata e veniva chiamato a predicare nei conventi di Lombardia. Malati e afflitti accorrevano per riceverne la benedizione. Morì nel convento di Bergamo il 3-03-1890.

 

Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno (Mt 9,14-15)

In quel tempo, si accostarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               

Riflessione del giorno “Storia del Grembiule della Nonna”

Primo scopo del grembiule delle Nonna era di proteggere i vestiti sotto, ma, inoltre: serviva da guanto per ritirare la padella dal forno; era meraviglioso per asciugare le lacrime dei bambini e talvolta, per pulire le faccine sporche; dal pollaio, il grembiule serviva a trasportare le uova e, talvolta, i pulcini! Quando i visitatori arrivavano, il grembiule serviva a proteggere i bambini timidi; quando faceva freddo, la Nonna se ne imbacuccava le braccia. Questo grembiule faceva da soffietto, agitato sopra il fuoco a legna; era lui che trasportava le patate e la legna secca in cucina; dall’orto, serviva da paniere per molti ortaggi dopo che i piselli erano raccolti era il turno dei cavoli e a fine stagione, era usato per raccogliere le mele cadute dell’albero. Quando visitatori arrivavano in modo imprevisto era sorprendente vedere la rapidità con cui il vecchio grembiule faceva giù la polvere. All’ora di servire i pasti la Nonna andava sulla scala ad agitare il grembiule e gli uomini nei campi sapevano all’ istante che dovevano andare a tavola. La Nonna l’utilizzava anche per posare la torta di mele appena uscita dal forno sul davanzale a raffreddare…Ci vorrà molto tempo prima che qualche invenzione o qualche oggetto possa rimpiazzare questo vecchio buon grembiule.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo perché la pratica del digiuno e dell’astinenza ci aiuti a vincere le nostre passioni e a creare maggiore solidarietà

 

Don’t forget! …Ricorda!

Il digiuno e l’astinenza – con preghiera, elemosina e opere di carità – appartengono alla vita e alla prassi penitenziale della Chiesa: rispondono al bisogno permanente del cristiano di conversione al regno di Dio, di richiesta di perdono per i peccati, di implorazione dell’aiuto divino, di rendimento di grazie e di lode al Padre. Nella penitenza è coinvolto l’uomo nella sua totalità di corpo e di spirito: l’uomo che ha un corpo bisognoso di cibo e di riposo e l’uomo che pensa, progetta e prega; l’uomo che si appropria e si nutre delle cose e l’uomo che fa dono di esse; l’uomo che tende al possesso e al godimento dei beni e l’uomo che avverte l’esigenza di solidarietà che lo lega a tutti gli altri uomini. Digiuno e astinenza non sono forme di disprezzo del corpo, ma strumenti per rinvigorire lo spirito, rendendolo capace di esaltare, nel sincero dono di sé, la stessa corporeità della persona.