nell’immagine una fotografia di Stefano Benazzo tratta dal suo ultimo libro “Relitti”
Proverbio del Giorno
«Con i buoni sarai buono, con i non buoni sarai buono allo scopo di renderli buoni (Cina)»
Iniziamo la giornata Pregando (S. Colombano di Bobbio)
«O Signore Iddio, sradicate, estirpate dalla mia anima tutto ciò che il nemico vi ha piantato. Togliete dal mio cuore e dalle mie labbra tutta l’iniquità, datemi l’intelligenza e l’abitudine del bene, affinché in opere e verità io non serva che Voi solo: io sappia compiere i precetti del Cristo e cercare Voi, o mio Dio! Accordatemi la memoria, la carità, la fede. Signore operate in me il bene e donatemi ciò che Voi giudicate essermi utile. Amen»
Martin de Porres
Nato a Lima in Perù, Martino (1579-1639) era mulatto. Entrò come fratello laico fra i Domenicani dove esercitò la professione di infermiere/cerusico. Attinse dalla preghiera la saggezza che ispirava tutte le sue parole, mentre la sua sollecitudine nei confronti dei poveri e dei bisognosi fu così grande da spingere Giovanni XXIII a definirlo “martire della carità”
Ascoltiamo la Parola di Dio (Lc 14,1-5)
Avvenne un sabato che Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. Davanti a lui stava un idropico. Rivolgendosi ai dottori della legge e ai farisei, Gesù disse: «E’ lecito o no curare di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse: «Chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.
Riflessione Per Il Giorno (Comunità di Bose)
In questi giorni visitiamo i nostri morti, deponiamo un lume e dei fiori sulla loro tomba, diciamo una preghiera, parliamo con loro, esprimiamo sentimenti che forse non siamo stati capaci di formulare quand’essi erano in vita: 1) La gratitudine, perché la vita, la fede, l’amore, e tanto altro ancora, non ce li siamo dati da soli: altri ce li hanno trasmessi. Quale debito di riconoscenza abbiamo nei loro confronti! Va detto: spesso siamo così insipienti che è il distacco, la perdita, la morte a farci prendere consapevolezza della preziosità di chi ci sta accanto. 2) Il rammarico per le tante occasioni mancate, per il gesto di amore che potevamo fare e non abbiamo fatto, per il sorriso, la gentilezza, l’attenzione che potevamo avere e che per egoismo, indifferenza o pigrizia non abbiamo avuto. È bello portare fiori alle tombe dei nostri cari morti. Ma se imparassimo a offrire gentilezza a chi ci vive accanto? 3) La purificazione della memoria: forse ci sono state esperienze negative nei rapporti con chi ci ha lasciato; possono essere rimaste ombre, grumi di amarezza. Ecco, c’è un’ascesi da operare: avvolgere tutto nel manto della misericordia. Sì, usare misericordia, perché avremo bisogno a nostra volta di essere avvolti nel manto della misericordia. E se pensassimo la vita eterna come una vita in cui, purificati da tutti i nostri egoismi e le nostre meschinità e fatti conformi al Figlio, saremo resi capaci di amarci per davvero, molto di più e molto meglio di quanto abbiamo saputo fare quaggiù?
Intenzione del giorno
Preghiamo per tutti i sacerdoti defunti del Patronato e della diocesi di Bergamo.