Riflessione del giorno

venerdì 6 novembre ’20

By Patronato S. Vincenzo

November 05, 2020

 

31. settimana tempo ordinario

 

Proverbio del giorno

Non arrenderti. Rischieresti di farlo un’ora prima del miracolo. (Proverbio arabo)

 

Preghiera del giorno

«Ti benedico o Padre, all’inizio di questo nuovo giorno. Accogli la mia lode e il mio grazie per il dono della vita e della fede. Con la forza del tuo Spirito guida i miei progetti e le mie azioni: fa’ che siano secondo la tua volontà. Liberami dallo scoraggiamento davanti alle difficoltà e da ogni male. Rendimi attento alle esigenze degli altri. Proteggi con il tuo amore la mia famiglia. Amen».

 

LEONARDO DI LIMOGES

Nacque in Gallia da nobili franchi, amici del re Clodoveo che volle fargli da padrino al battesimo. In gioventù si mise al seguito di S. Remigio, vescovo di Reims. Avendo questi ottenuto dal re di poter chiedere la liberazione dei prigionieri che avesse incontrato, anche Leonardo chiese e ottenne lo stesso favore e ne liberò un gran numero. La fama della sua santità si diffuse, ma egli, rifiutata la dignità vescovile offertagli da Clodoveo, si diresse a Limoges; nella foresta di Pavum soccorse la Regina sorpresa dalle doglie del parto. La preghiera del santo le concesse di dare alla luce un bambino e Clodoveo riconoscente gli concesse una parte del bosco per edificarvi un monastero. Il Santo costruì un oratorio e dedicò in altare in onore di S. Remigio; scavò un pozzo che si riempì miracolosamente d’acqua. Il Santo sarebbe morto il 6/11 alla metà del VI sec.

 

Ascoltiamo la parola di dio Lc 16,1-8

Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò l’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

 

Meditazione del giorno (brevi racconti di saggezza)

Una donna saggia che viaggiava attraverso le montagne trovò una pietra preziosa in un ruscello. Il giorno dopo trovò un altro viaggiatore che stava morendo di fame e la donna saggia aprì la borsa per condividere il suo pasto. L’affamato viaggiatore vide la pietra preziosa e chiese alla donna se gliela dava. La donna lo fece senza esitare. Il viaggiatore partì, compiacendosi della sua buona fortuna. Sapeva che la pietra valeva sufficientemente per dargli sicurezza per tutta la vita. Ma qualche giorno più tardi tornò a restituire la pietra alla donna saggia. “Ho riflettuto” disse “sul valore della pietra, ma te la restituisco con la speranza che tu mi possa dare qualcosa di ancora più prezioso”. Poi aggiunse: “Dammi quello che hai dentro di te che ti ha permesso di regalarmi la pietra”.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo perché i ragazzi e giovani sentano la fame e la sete di Dio r il desiderio di ideali grandi

 

Il 15-3-2020 è morto Ernesto Bonardi lasciando nel dolore i figli ORNELLA, LUCA con SILVIA, la compagna LAURA, i nipoti MICHEAL, ANDREA, SARA e CRISTIAN, fratelli, sorelle e parenti tutti. Imprenditore illuminato e lungimirante, pioniere capace di aprire la strada al distretto della gomma del basso Sebino, Ernesto Bonardi è uno dei protagonisti della storia economica e sociale di Sarnico: se oggi il distretto bergamasco delle guarnizioni è conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, una bella fetta di merito va ascritta al suo impegno, al suo lavoro e alle sue capacità.  Da giovane, Bonardi lavorava alla Lanza di Predore: era un operario, ma evidentemente nel dna aveva il gene della intraprendenza tanto che, negli anni ’70, mentre era dipendente, acquistò il suo primo tornio e a casa, insieme al fratello Bruno, la domenica o le sere dei giorni feriali iniziò a stampare le sue prime guarnizioni.

Produceva passacavi e o’ring che vendeva a una piccola rete di clienti locali, di Bergamo, Brescia e al massimo Milano Poi nel 1977 dalla casa paterna di via Crodarolo si trasferì in via Nastro azzurro: al piano terra della sua nuova abitazione installò una piccola officina e decise di mettersi in proprio avviando la EB Srl per la produzione di stampi e guarnizioni.  Non ha mai puntato a produrre grandi volumi, ma si è concentrato sulla commercializzazione e sul servizio ai clienti. Andava da loro, li ascoltava, raccoglieva le loro esigenze e poi, tornato a Sarnico, costruiva per ciascuno di loro uno stampo, produceva il prototipo e si assicurava così una nuova commessa.  Credeva e incentivava giovani talenti: individuava operai, tecnici e impiegati con la stoffa dell’imprenditore e li convinceva a mettersi in proprio creando così un’autentica filiera. In questo modo ha consentito a tante imprese di specializzarsi e di diversificarsi. Appassionato cacciatore insieme al figlio Luca, ha sempre amato i suoi paesaggi, tra collina e lago, coltivando l’impegno nel tenere ordinato l’ambiente e valorizzarlo. La pista dei bob estivi e un ristorante ai Colli di S. Fermo è il segno del suo genio imprenditoriale anche nel campo turistico