Riflessione del giorno

venerdì 7 agosto ’15

By Patronato S. Vincenzo

August 06, 2015

 

 

Preghiera del giorno

Concedimi il dono dello stupore! Donami occhi rispettosi del tuo creato, occhi attenti, riconoscenti. Rendimi, Signore, disponibile alle sorprese: comprenderò la liturgia pura del sole, la liturgia mite del fiore; sentirò che c’è un filo conduttore in tutte le cose…e salirà il voltaggio dell’anima. Amen.

Ascoltiamo la Parola di Dio Matteo 16,24-28.

Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l’uomo potrà dare in cambio della propria anima?  Poiché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell’uomo venire nel suo regno».

La Riflessione per il giorno Dal blog di Rino Cammilleri

Sono più coerenti i cristiani che si fanno buddisti, induisti, musulmani o quelli che insistono perché la dottrina cattolica sia modificata secondo i loro gusti? Conviventi, divorziati risposati, matrimoni gay con diritto di inseminazione artificiale ed eterologa e di uteri in affitto e ancora pillola, aborto, eutanasia…se si avanzassero tali pretese in altre religioni, tutti costoro sarebbero cacciati. Quando molti discepoli abbandonarono Gesù perché il suo «linguaggio» era «duro», Cristo non fece una piega e, anzi, chiese agli Apostoli se per caso non volessero andarsene anche loro.  Certo, non gli fece piacere, ma dovendo scegliere tra la sua dottrina e i molti seguaci non ebbe dubbi. Non è obbligatorio essere cattolici e, se la dottrina ti sembra gravosa, puoi andartene. O non venirci. E se anche una Chiesa intimidita ti desse il passaporto, credi che il Padreterno (padrone anche della chiesa) ti farebbe entrare? Leggi il Vangelo, scoprirai che rimedierai solo mazzate, tu e quelli che ti hanno dato il passaporto.

S. GAETANO THIENE, SACERDOTE

Nacque a Vicenza dalla nobile famiglia dei Thiene nel 1480. Protontario apostolico di Giulio II, lasciò la corte pontificia maturando l’esperienza congiunta di preghiera e servizio ai poveri e agli esclusi. È restauratore della vita sacerdotale e religiosa, ispirata al discorso della montagna e al modello della chiesa apostolica. Devoto del presepe e della passione fondò (1524) col vescovo di Chieti (Teate), poi Paolo IV (1555-1559), i Chierici Regolari detti Teatini. Per la sua illimitata fiducia in Dio è venerato come il santo della provvidenza

Intenzione del giorno

Preghiamo per tutti i nostri familiari, partenti, amici e benefattori vivi e defunti

Don’t Forget…! – 86° quadro della serie:” i 1000 quadri più belli del mondo”

 

JACOPO BELLINI (1396 – 1470) noto pittore veneziano e padre di 2 pittori -Gentile e Giovanni Bellini- ancor più famosi (soprattutto il secondo). La sua opera si pone tra la fine del gotico internazionale e gli inizi del rinasci-mento a Venezia. L’adesione allo stile rinascimentale fu progressiva e si sviluppò al contatto con gli artisti toscani e nei viaggi a Firenze, Ferrara, Padova. La tavola di Bergamo è un meraviglioso esempio dell’arte di Jacopo: costituiva l’elemento centrale di un polittico disperso fra vari musei. La scena rappresenta il Bambino in braccio alla Madre, mentre gioca col pettirosso, simbolo, per la macchia rossa sul petto, della sua futura morte. Gli arabeschi in oro sul fondo blu scuro sono stati aggiunti in seguito, forse per riprodurre la decorazione originaria. I tondi dorati e le aureole,non solo conferiscono raffinatezza alla scena, ma alludono allo splendore celeste dei personaggi.

A differenza di Gesù, che come tutti i bambini è concentrato nel gioco, Maria ha lo sguardo interiore di chi cerca dentro di sé il significato di ciò che avviene: “Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore” Lc 2,51. Delicati e cangianti i colori delle vesti, luminosi gli incarnati, con la luce a conferire rilievo e vitalità alla scena. Un quadro delicato e intenso, raccolto ed espressivo, dove il pittore riesce con pochi mezzi, a comunicarci il ricchissimo mondo interiore dei due personaggi.