Riflessione del giorno

venerdì 8 febbraio ’19

By Patronato S. Vincenzo

February 07, 2019

 

 

nell’immagine un dipinto di Thomas Benjamin Kennington

 

 

Proverbio del Giorno (Proverbi)

Il mare calmo non rende bravo il marinaio (proverbio africano)

 

Iniziamo la Giornata Pregando

Dio, donaci un amore fraterno, perché tutti insieme, ti riconosciamo e ci consideriamo fratelli e sorelle nel pregare te, nostro Padre comune. Fa’ che nessuno di noi cerchi ciò che appartiene a se stesso o agli altri, dimenticando Te. Cessati gli odi e le discordie, aiutaci, ti preghiamo, ad amarci tutti tra di noi, come veri figli di Dio, così che possiamo dire insieme non Padre mio, ma Padre nostro. Amen

 

S. GIROLAMO EMILIANI

Fondatore della Società dei Servi dei poveri (Somaschi), Girolamo Emiliani si dedicò a malati, giovani abbandonati e al riscatto delle prostitute. Nato a Venezia nel 1486, intraprese la carriera militare. Nel 1511, in prigionia, maturò la vocazione: consacratosi a Dio nel 1518, si prodigò in una carestia e in un’epidemia di peste a Verona, Brescia, Como e Bergamo. Qui a Somasca, nacque l’ordine di chierici regolari. Essi intuirono il ruolo di promozione sociale delle scuole e ne aprirono di gratuite con un metodo pedagogico innovativo. Il fondatore morì di peste nel 1537, mentre assisteva dei malati. Santo dal 1767, dal 1928 è patrono della gioventù abbandonata.

 

La Parola di Dio del giorno (Mc 6,14-29)

Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui». Altri invece dicevano: «E’ Elia»; altri dicevano ancora: «E’ un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!». Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista». Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito il re mandò una guardia con l’ordine che gli fosse portata la testa. La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

 

Riflessione Per Il Giorno (Luigi Accattoli: Fatti di Vangelo)

Stefania Dal Cer, 37 anni, di Saronno, maestra di scuola materna, già madre di Gloria bambina di tre anni, scopre di essere colpita da un melanoma alla schiena durante una visita ginecologica, tre giorni dopo che ha avuto la certezza della nuova gravidanza. Rifiuta le cure pericolose per il bimbo, a cui mette il nome di Misael e muore 45 giorni dopo la sua nascita, il 28 marzo 2008. Stefania ha condiviso la scelta con il compagno, un giovane dominicano. Faceva parte di «Pe’ no chao» (che in portoghese significa Piedi scalzi), partner di Mani Tese, che si occupa di bambini in difficoltà. «Era stata in Brasile – racconta la sorella Simona – e si era appassionata al lavoro coi bambini di strada». Frequentava un circolo culturale ed era tra gli organizzatori della festa di musica alternativa del paese. Il parroco nell’omelia la paragona a Gianna Beretta Molla e al cimitero gli amici cantano le sue canzoni preferite. “La nostra famiglia è cristiana – racconta Simona – ma Stefania aveva un atteggiamento libero rispetto alla religione: la sua è stata una scelta personale. Gli ultimi giorni sono stati una vera esperienza spirituale. Stefania sperava e pregava, senza un lamento, senza una parola di rimpianto, ma anzi felice della scelta compiuta”.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per chi non si stanca di fare il bene e di promuovere iniziative di solidarietà

 

don’t forget GIORNATA NAZIONALE PERSONE IN “STATO VEGETATIVO”