Frammenti di vita

venerdì 8 gennaio ’16

By Patronato S. Vincenzo

January 07, 2016

 

fotografia di Paolo Baraldi – alcuni “calciatori” di Sorisole

 

 

 Iniziamo la Giornata Pregando (Liturgia delle ore)

Prostrati i santi Magi adorano il Bambino, offrono doni d’Oriente: oro, incenso e mirra. Oro e incenso proclamano il Re e Dio immortale; la mirra annunzia l’Uomo deposto dalla croce. Betlemme, tu sei grande fra le città di Giuda: in te è apparso al mondo il Cristo Salvatore. Nelle sue mani il Padre pose il giudizio e il regno: lo attestano concordi le voci dei profeti. Non conosce confini nello spazio e nel tempo il suo regno d’amore, di giustizia e di pace. A te sia lode, o Cristo, nato da Maria Vergine, al Padre e allo Spirito nei secoli dei secoli. Amen

 

LORENZO GIUSTINIANI – (Venezia, 1381 + 1456)

Di nobile famiglia, entrò nella Congregazione dei Canonici Secolari dell’isola di San Giorgio, di cui fu Superiore, continuando a dedicarsi alla preghiera e alla contemplazione ma anche alla questua per le strade. Nominato patriarca di Venezia seppe sanare la frattura tra la Chiesa e il potere civile.

 

La Parola di Dio del giorno (Mc 6,34-44)

“Gesù, sbarcando, vide molta folla e si commosse, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: «Il luogo è solitario ed è tardi; congedali perciò, in modo che possano comprarsi da mangiare». Egli…replicò: «Quanti pani avete?». Accertatisi, riferirono: «Cinque pani e due pesci».  Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull’erba verde. Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti.  Tutti mangiarono e si sfamarono e portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini”.

Riflessione Per Il Giorno (Frammenti di vita)

“Si può sapere perché continui a bestemmiare?”. Il ragazzo inviatomi dal direttore perché gli stringa i panni addosso, continua a fissarmi col suo sguardo di sfida, ma alla domanda reagisce e butta lì un annoiato: “Mah, non saprei…”. “Tu sei musulmano: se tuo padre ti sente a bestemmiare che ti fa?”. “Mi rompe lo ossa” risponde. “Perché lo fai allora?”. “Io non bestemmio Allah, ma il tuo Dio. Lo fanno in tanti nella vostra scuola…”. “Il fatto che tu sia di un’altra religione non ti autorizza ad insultare la nostra, non ti pare?”. “Perché te la prendi con me?” un lampo d’ira gli si accende negli occhi “Se voi non vi fate problemi a bestemmiare il vostro Dio, perché dovrei farmeli io?”.

 

E…don’t forget – 108° quadro della serie: i 1000 quadri più belli del mondo Leonardo da Vinci: adorazione dei magi

 

Nel 1481 i monaci di San Donato a Scopeto commissionarono a Leonardo un’Adorazione dei Magi da completare in due anni. Leonardo studiò la composizione, lasciando vari disegni preparatori. Il pittore però, nel 1482, partiva per Milano, lasciando l’opera incompiuta. Quindici anni dopo, certi ormai dell’inadempienza di Leonardo, i religiosi si rivolsero a Filippino Lippi. L’Adorazione di Leonardo nel frattempo era rimasta allo stato di abbozzo in casa Amerigo de’ Benci, il padre di Ginevra de’ Benci della quale Leonardo dipinse un famoso ritratto; qui la vide Vasari. Nel 1601 si trovava nelle raccolte di don Antonio de’ Medici e nel 1670 approdò alle Gallerie fiorentine dove si trova tuttora. Leonardo rivoluziona il tema tradizionale sia nell’iconografia che nella composizione. Innanzitutto, come in altre opere, decide di centrare l’episodio in un momento preciso, ricercandone il più profondo senso religioso: ciò avviene nel momento in cui il Bambino, facendo un gesto di benedizione, rivela la sua natura divina ai presenti come portatore di salvezza, secondo il significato originario del termine “epifania” (“manifestazione”). Ciò è chiaro nella reazione degli astanti, presi

 

in un vortice di gesti, attitudini ed espressioni di sorpresa e turbamento, al posto della tradizionale compostezza del corteo. L’effetto è quello di uno sconvolgimento interiore di fronte al manifestarsi della divinità. Dal punto di vista compositivo Leonardo pone la Sacra Famiglia al centro e i Magi alla base di un’ideale piramide che ha come vertice Maria. La forma pressoché quadrata della tavola gli permise infatti di organizzare la composizione lungo le diagonali, con la testa della Vergine al centro esatto della scena. Lo sfondo è diviso in due parti dai due alberi che dirigono lo sguardo dello spettatore in profondità: il primo albero è un alloro simbolo della resurrezione e il secondo una palma, simbolo della passione di Cristo. Si notano architetture in rovina (Tempio di Gerusalemme), allusione al declino dell’Ebraismo e del Paganesimo; a destra si nota una zuffa di armati, uomini disarcionati e cavalli che s’impennano, simbolo della follia degli uomini che non hanno ancora ricevuto il messaggio cristiano. La composizione che è ricchissima ma unitaria e grandiosa, la varietà delle interazioni tra le figure, la complessità luminosa, l’intensità delle espressioni e dei moti dell’animo, fanno del dipinto di Leonardo un caposaldo artistico, in anticipo di due decenni rispetto alla cultura figurativa vigente, modello per numerosi maestri dopo di lui.