Riflessione del giorno

Venerdì 9 settembre 2022

By patronatoADM

September 09, 2022

 

XXIII Settimana tempo ordinario

 

Aforisma del giorno di Miguel de Unamuno

Vedo la politica elevata a religione e la religione elevata a politica.

 

Preghiera del giorno della tradizione ortodossa

Destatomi dal sonno ti ringrazio, Signore, perché per la tua grande bontà e pazienza non ti sei adirato con me peccatore, ma ti sei dimostrato amico degli uomini, per farmi fin dal mattino glorificare la tua potenza. E ora illumina gli occhi della mia mente ed apri le mie labbra perché studi le tue parole, comprenda i tuoi comandamenti, adempia la tua volontà, canti a te nella confessione del cuore e inneggi al santo tuo Nome ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Luca 6,39-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.

Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

 

Riflessione del giorno …Don Bepo presentato da don Arturo Bellini

“Omnia vidère, multa dissimulare, pauca corrìgere”: vedere tutto, passare sopra a molte cose, alcune poche correggerle”.  Questa massima scritta da don Bepo su un foglio sparso e senza data rivela lo stile del Fondatore del Patronato nel suo rapporto educativo.

Non è il caso di voler correggere tutto, proprio tutto, si potrebbe diventare insopportabili; per molte cose occorre avere pazienza; ma sulle cose importanti è necessario intervenire: si mancherebbe di carità verso il fratello, la sorella, a non farlo. 

Anche Papa Giovanni era sulla stessa lunghezza d’onda. “Siamo tutti ‘sentinelle” gli uni degli altri. Con discernimento sempre: una massima da tenere bene in vista sempre, ma soprattutto oggi quando con facilità si scatenano tempeste in bicchier di acqua oggi perché respiriamo in clima che ci spinge a reagire da irascibili, rancorosi, invidiosi. Per un nonnulla ce la leghiamo al dito.

 

Intenzione di preghiera per il giorno

Preghiamo per tutte le persone che ci hanno chiesto di ricordarli nelle nostre orazioni, affinché Dio le aiuti e le protegga.

 

Don’t forget! Notizie dal mondo

PSICHIATRA CAMBOGIANO VINCE IL NOBEL DELL’ASIA PER L’AIUTO OFFERTO ALLE VITTIME DEI KHMER ROSSI.

Milano (AsiaNews) – Uno psichiatra cambogiano che cura le vittime del regime dei Khmer rossi è tra i vincitori del premio Ramon Magsaysay, noto come il “Nobel dell’Asia”. SOTHEARA CHHIM, 54 anni, sopravvissuto del regime maoista, con l’associazione Transcultural Psychosocial Organization (Tpo) da lui fondata, si è concentrato sul trattamento di quello che in Cambogia viene chiamato “baksbat”, il disturbo da stress post traumatico.

Gli organizzatori del premio Magsaysay – istituito nel 1957 e intitolato a un presidente delle Filippine morto in incidente aereo – hanno elogiato “il calmo coraggio” dello psichiatra “nel superare un trauma profondo per diventare guaritore del suo stesso popolo”.

Negli anni ‘70 i Khmer rossi hanno ucciso ¼ della popolazione cambogiana con esecuzioni di massa e lavoro forzato, e affamando la gente. “Sono traumatizzato come vittima”, aveva dichiarato in un’intervista Sotheara, “ma aiutare gli altri sopravvissuti ha aiutato a guarire anche me stesso”.

La TPO CAMBOGIA, da lui fondata nel 1995, negli anni ha fornito assistenza psicologica ad almeno 200mila cittadini cambogiani.  Evacuato da Phnom Penh nel 1975, all’età di 7 anni è stato arruolato dai Khmer rossi con altri bambini per realizzare lo scavo di un canale nel distretto di Kandal Stoeung.

Tornato nella capitale nel 1979, dopo la caduta del regime, è stato spinto dalla madre a intraprendere la laurea in medicina: “Mia madre voleva che studiassi medicina perché vedeva che molte persone sopravvissute al regime dei Khmer rossi erano malate, fisicamente e mentalmente. Molti medici sono stati uccisi in quel periodo. Per quanto ne so, nel 1979 erano rimasti 40 medici in tutto il Paese”, aveva raccontato Sotheara nel 2019.

Da lì è iniziata una brillante carriera che l’ha portato a ottenere un dottorato di ricerca alla Monash University di Melbourne mentre sviluppava il lavoro della Transcultural Psychosocial Organization in Cambogia.